La frattura tra il Calcio Como e il ds Mauro Gibellini suona come un fulmine a ciel sereno sulla testa del Como. Qualcuno potrà dire: falso, non è un fulmine a ciel sereno. Le frizioni c’erano. Vero. Il doppio ruolo con l’altro ds Dolci si è arricchito via via di incomprensioni. E sulla stessa natura della doppia funzione, ci sono state polemiche e incomprensioni. Ma dove non ci sono? Capita di avere idee diverse, di discutere, fors’anche di litigare. Ma è lavoro. Tutto poi si ricompone. Stavolta invece si è andati oltre.
Il presidente Porro, a quanto pare (in attesa di una conferma ufficiale) ha preso la decisione di interrompere il rapporto con un personaggio che sembrava centrale nella vicenda. Uno che era stato preso dopo un lungo corteggiamento, durato mesi, persino con una «lettera d’amore» (come la chiamò Porro) scritta per convincere il ds veronese ad accettare.
Tutto era anche legato al passato, con Gibo centravanti del Como Anni 80 che fu del papà di Porro (dirigente), filo conduttore che legava questa società a modi e tempi fatti di altra classe e altra statura, rispetto al modo di fare calcio oggi. L’attuale Como ne vorrebbe ripercorrere l’aplomb. Ma certe volte inciampa.
Nella stagione in cui tutto finalmente sembrava quadrare, arriva un esonero curioso per modi e tempi. I tempi, prima: durante la sessione di calcio mercato invernale. Cioè in uno dei due mesi su 12 in in cui il ds è fondamentale. I modi, poi: la notizia viene comunicata alla squadra, al ds stesso, ma non alla stampa. Anzi, in un momento così delicato, la dirigenza evita qualsiasi contatto con l’esterno affidandosi a telefonini muti.
Il Como può licenziare chi vuole, e l’unico in diritto di farlo è il presidente. Non ci interessa nemmeno condividere o meno le ragioni. Ci interessa saperle per spiegarle ai tifosi, questo sì. Il Como fa le cose, noi le raccontiamo. Punto.
Però, accidenti, tutto questi segreti attorno a una vicenda fa sorgere il sospetto che sia accaduto qualcosa di improvviso e grave. Perché tanto valeva arrivare sino a giugno e non aprire la porta a malignità e scricchiolii. Di cui non c’è assolutamente bisogno visto che il Como si appresta a coccolare il sogno di accarezzare la serie B.
Ora i tifosi, che nell’era di internet, di facebook e di twitter sono più informati dei giornalisti, dicono che Gibellini è stato liquidato con una mail. Possibile? E si chiedono perché nel mezzo di una stagione tranquilla non manchi mai “il caso”. Mentre la moglie del ds, su twitter maledice “la zizzania” che si è introdotta a Orsenigo. Come vedete sulla vicenda c’è una nutrita letteratura. Per fermarla e farci rioccupare del campo basterebbe semplicemente che si dicesse cosa è successo. Ci piacerebbe solo conoscere dalla società genesi e motivi di una simile mossa. A meno che il Como non sia stato contagiato dalla segretezza della Juventus, che l’altro giorno per un’amichevole con il Como ha blindato Vinovo come fossero al G8.
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