Era il 1933 quando veniva lanciata una canzone che avrebbe avuto una certa fortuna: “Ma cos’è questa crisi che cos’è?”. Un ritornello ancora di moda dopo la sortita di Matteo Salvini che nel giro di poche ore è passato dalla richiesta, mai dichiarata, di un rimpasto di governo con le teste dei ministri Toninelli, Trenta e Tria (antipatia per i cognomi con la T?) destinate a cadere, alla richiesta di elezioni dopo la formalizzazione in Parlamento dell’inesistenza di una maggioranza.
Un’escalation tutto sommato abbastanza strana. Primo perché la coalizione giallo verde, e si sapeva, non è più tale dallo scorso 26 maggio, quando il voto europeo ha ribaltato i rapporti di forza a vantaggio della Lega. Da quel giorno è partito un conto alla rovescia che prima o poi arriverà allo zero, anche se, non è detto che succeda proprio ora. Secondo perché appare abbastanza curioso che a innescare la “bomba” sia stato il più che scontato voto sulle mozioni per il Tav.
Una crisi ferragostana è davvero un inedito nella storia politica della Repubblica italiana che pure tra governi amici, balneari, convergenze parallele e non sfiducia ne ha viste di ogni. Difficile perciò indovinare come andrà a finire, soprattutto perché portare la crisi in Parlamento significherebbe riaprire le Camere, in particolare Montecitorio i cui inquilini sono in vacanza già da giorni. Chi li farà rientrare? E poi crisi di governo non significa tornare al voto. Una prospettiva quest’ultima che vede contrario un ampio schieramento che forse parte proprio dal presidente della Repubblica, preoccupato per un’elezione che cadrebbe addosso alla legge di bilancio, per passare attraverso il capo del governo che sta vivendo un periodo di spolvero dopo mesi a sentirsi dare del “corvo Rockfeller” ventriloquo dei suoi due vice e potrebbe restare dov’è con una maggioranza diversa, arrivando a molti parlamentari certi di una mancata ricandidatura o rielezione che in buona parte potrebbero essere costretti a ricorrere al reddito di cittadinanza. Anche chi le urne le invoca, come il Pd e Forza Italia, un po’ di coda di paglia ce l’ha. Perché, in tutta franchezza non può certo sperare di vincere o conquistare il governo in un ruolo preminente. Veniamo agli unici che dalla riapertura di seggi e cabine avrebbero, in apparenza, tutto da guadagnare cioè il capitano Salvini e la sua ciurma. Per il leader leghista si aprirebbero le porte di palazzo Chigi e la guida di una forte pattuglia parlamentare supportata per avere i numeri forse solo con i comodi alleati di Fratelli d’Italia.
Però… Però ci sono di mezzo alcune cosette. La prima riguarda proprio la manovra, che in qualche modo andrà comunque fatta per evitare un esercizio provvisorio che sarebbe devastante per la nostra economia e farebbe scattare le clausole di salvaguardia con l’aumento dell’Iva. Hai voglia in campagna elettorale promettere flat tax e riduzione del carico fiscale se poi quando ti ritocca governare puoi solo “offrire” prezzi più cari e conseguente gelata dei consumi.
Insomma, finché non si vedranno le carte scoperte, ci sarà sempre odore di bluff in questa crisi sotto l’ombrellone. Le strade sono tutte aperte, anche quella che potrebbe portare a un rimpasto secondo i desiderata di Salvini accettato dai Cinque Stelle per allontanare la pistola puntata delle urne. E restano sullo sfondo anche un eventuale governo tecnico, un esecutivo di minoranza che approvi la manovra prima di ritornare al voto nella prossima primavera. Altra questione non da poco riguarda la legge elettorale. Quella vigente con i collegi uninominali strafavorisce il Carroccio, specie se dovesse passare in via definitiva la riforma costituzionale per il taglio dei parlamentari (un’altra buona ragione, in fondo, per fermare la legislatura e mantenere le poltrone così come sono ora). Non a caso Pd e Cinque Stelle starebbero dialogando per arrivare (e potrebbero avere i numeri per farlo) a una modifica delle regole del voto in chiave esclusivamente proporzionale. Insomma, altro che crisi al buio come si diceva una volta. Questa è una crisi di piena estate alla luce di un sole accecante. Ma sotto questo cielo, per usare le parole di Mao Tse-tung, c’è una grande confusione. Ma cos’è questa crisi?
@angelini_f
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