I colori più forti
di crisi e fatica

Tra un potenziale cliente e un altro si trova anche il tempo di scambiare qualche parola, tra disegnatori tessili.

La differenza rispetto al passato? «Ci vuole più tempo, più energia per realizzare le stesse cose»: lo sussurra un espositore a un collega a Villa Erba, mentre estrae altre meraviglie sotto forma di disegni e stoffe.

L’atmosfera a Comocrea, dedicata alla collezione estate 2015 - quindi a una tappa fondamentale per la moda e i suoi colori - si respira anche così: la fatica accanto alla consapevolezza che non è finita, che chi è riuscito a resistere fino a questo punto, può farcela. Di più, ce la sta facendo, anche se i conti non tornano guardando la domanda interna: il buon riscontro di aziende provenienti dal territorio nazionale nella prima giornata della rassegna non deve illudere.

Sono ditte che si presentano alla corte dei disegni sul lago, ma che produrranno in gran parte per l’estero, non per il mercato italiano.

In casa, il gioco non si presta a facili vittorie. Neanche con il cuneo fiscale finalmente ridotto e qualche banconota in più da spendere nelle tasche dei lavoratori? Scuote la testa un’imprenditrice: «Da quanto tempo lo sentiamo dire, non ci facciamo più caso».

Lontano dal discutere, spesso a vuoto, della politica si trova il coraggio di parlare di ripresa. Leggera,timida, solo piccoli raggi che però hanno il potere di riscaldare almeno psicologicamente dopo anni dalle temperature rigide.

Alle ultime fiere il tessile lariano si è guadagnato una crescente attenzione. Anche a Milano Unica Cina le aziende comasche hanno avuto modo di mostrare i loro prodotti con successo, trovando questa nuova porta verso il mondo.

Perché è il mondo la parola chiave. Quel mercato senza confini che sta consentendo alle aziende di proseguire la loro vita, senza lanciarsi in sogni, banditi in questo periodo.Sono i progetti a resistere e gli occhi vanno tenuti ben aperti per realizzarli e non farseli divorare dai problemi.

Questa ripresa che va solo sussurrata, ma che ha anche un volto importante, quello dei giovani. Si vedono tra gli stand di Comocrea, prima ancora negli studi professionali. E compiendo un ulteriore passo indietro, nelle aule del Setificio, in quelle universitarie, dove i ragazzi scelgono la strada del tessile: quella che un tempo era stata frettolosamente congedata come incamminata verso il tramonto.

Ma i colori di Comocrea raccontano che non è così. Da una parte bisogna fare attenzione: l’estate viene ostentata solo sulle passerelle e il clima resterà ancora freddo a lungo,quindi bisogna attrezzarsi per non soccombere. Eppure un’aria nuova c’è e anche se non si sa bene come chiamarla - la crisi economica ha pure svuotato il linguaggio -, si fa notare.

Il presidente della rassegna Comocrea Fulvio Alvisi - che è anche vicepresidente della Camera di commercio e ha un vasto osservatorio - ne è convinto: in un momento in cui i mercati non sono più quelli di prima, a maggior ragione le nuove leve con i loro strumenti (dal web alla capacità, alla voracità di esplorare il mondo) sono preziose per continuare a camminare.

È vero nel tessile; a qualche chilometro di distanza da Cernobbio, la Mostra dell’artigianato di Erba sta raccontando qualcosa di simile nel settore dell’arredo. Difficile trovare una definizione per questa sensazione. Ma vale la pena tenersela stretta. Alimentarla, magari non in solitudine.

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