Sabato l’immagine del trono bianco vuoto nell’immensa aula Nervi, ieri quella di Papa Francesco circondato dai giovani provenienti dalle case famiglia di Milano, Bologna e Firenze. Il “gelo” che ha attraversato il Vaticano ha ceduto il passo al calore dell’abbraccio di 250 ragazzini al loro Papa.
Dovremo abituarci all’idea di una Papa controcorrente, che sfugge ai canoni convenzionali, che compie scelte che lasciano molti interdetti. Il Papa annulla la sua presenza ad un concerto in Vaticano, perché sceglie di proseguire i colloqui con i nunzi apostolici in visita Oltretevere che preludono, probabilmente, al riordino della diplomazia pontificia e alla riforma della Segreteria di Stato e dei ministeri vaticani. Ritiene questi colloqui più importanti di concedersi una mezz’ora di relax musicale. Nulla di strano, eppure questo gesto è rivoluzionario, perché non è mai accaduto.
Bastava guardare ieri piazza San Pietro stracolma, durante la recita dell’Angelus, per capire quanto la gente semplice, il popolo cristiano, siano affascinati da questa riproposizione di una fede semplice e allo stesso tempo rivoluzionaria. La fede dei semplici, poco incline alle forme. Del resto Papa Francesco, poco tempo fa, durante l’udienza ai movimenti ecclesiali, aveva messo in guardia dal rischio di diventare “cristiani da salotto”. E ieri ha rivolto ai giovani un appello che indica la strada sulla quale Francesco ha deciso di camminare. «A voi giovani dico: non abbiate paura di andare controcorrente, quando ci vogliono rubare la speranza, quando ci propongono questi valori che sono avariati, valori come il pasto andato a male e quando un pasto è andato a male, ci fa male. Dobbiamo andare controcorrente! E voi giovani, siate i primi: andate controcorrente e abbiate questa fierezza di andare proprio controcorrente. Avanti, siate coraggiosi e andate controcorrente! E siate fieri di farlo!». Ma questo andare controcorrente non è solo una questione di forma, di gesti, di parole. Tutto questo non basterebbe. Ciò che Papa Francesco sta chiedendo ai cristiani è molto di più.
E’ la riproposizione dell’essenzialità della fede che è Gesù Cristo. Come aveva detto ai partecipanti al pellegrinaggio Macerata-Loreto. «L’importante è l’incontro con Gesù in questa strada della vita, l’incontro con Lui, e questo ti dà la fede, perché è proprio Lui che te la dà. Lasciatevi guidare da Gesù! Tante volte anche per noi la fede è un presupposto ovvio del vivere: diciamo “io credo in Dio”-e va bene-, ma come vivi tu questo, nella strada della vita? E’ necessario che la fede diventi un’esperienza presente».
Che cosa occorre di più ad un cristiano per essere felice? Nulla. Ma serve coraggio ed è a questo coraggio che il Papa ci invita. Ci vuole coraggio per uscire dai salotti, per rinunciare ai valori con i quali la cultura moderna ha cercato di soffocare la presenza cristiana. Ci vuole coraggio per tornare all’essenzialità della fede. Ma è l’unica possibilità per essere davvero uomini. A costo di andare controcorrente, anzi scegliendo di andare controcorrente.
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