Il giardino di Expo
purché se ne parli

Più vicini, non basta. Neanche più affascinanti. Sono due aspetti fondamentali, per richiamare i visitatori di Expo,nessun dubbio: ma non sono sufficienti.

Bisogna saperlo dire, anzi raccontare. La classifica diffusa ieri dalla Camera di commercio milanese non svela i criteri per cui Como si collochi in un pur onorevole decimo posto tra le città italiane che più parlano di Expo. Ma se vogliamo trarne uno spunto, una scintilla per far crescere il fuoco della consapevolezza e dei preparativi in vista dell’Esposizione universale, possiamo partire proprio da questa considerazione: purché se ne parli. Deve diventare una magnifica ossessione, perché anche in luoghi meno fiduciosi o che si ritengono meno interessati a questa partita la musica possa cambiare. E le note devono essere tante, come pure trasmesse al volume giusto.

Ogni giorno offre iniziative e suggestioni che conducono all’evento del 2015. Ieri c’è stata anche la visita dell’assessore regionale Mauro Parolini che ha garantito i 350mila euro del Pirellone per sostenere “Como nel cuore dell’Europa” e completare così il quadro dei fondi in grado di dare impulso alle attività.

Contemporaneamente iniziava Orticolario, che l’anno prossimo sarà una vetrina in grado di intercettare proprio i visitatori di Expo. E si ribadiva che il sogno di un grande giardino da Como a Cernobbio - una mappa di essenze che offrano identità e ulteriore fascino al lago - può diventare realtà e trasformarsi in una opportunità d’oro.

Il messaggio che proviene dalla ricerca milanese, per quanto possa far sorridere quando assicura che Palermo si occupa di Expo più del Lario, rappresenta anche una provocazione positiva. Ci ricorda l’importanza di comunicare, una missione che è nelle mani di tutti.

Como ha osato moltissimo, come ricordava ieri Attilio Briccola, senz’altro un “expottimista”. In tempi magri, ha voluto crederci, tanto da cercare di essere presente con uno stand insieme a Lecco e Sondrio al Padiglione Italia. Un’iniziativa su cui aveva puntato nei mesi scorsi, con il presidente della Camera di commercio Paolo De Santis, lo stesso Briccola, il team camerale.

Poi la doccia fredda del depotenziamento in vista per questi enti, che ha dato i brividi di fronte all’impegnativo compito. Eppure non si è rinunciato del tutto, virando invece su un ufficio di rappresentanza in quei cruciali sei mesi.

Uno degli effetti immediati sarà l’uso del logo “Padiglione Italia” nelle iniziative. Uno strumento di impatto, che facilita il compito di comunicare l’arrivo di Expo e l’elemento ancora più prezioso: che ne facciamo parte tutti, se vogliamo.

Purché se ne parli, significa che bisogna seminare e curare il giardino di opportunità che incarna Expo. Occorre farlo con la costanza e gli sforzi con cui ci si prende cura dei fiori e della loro bellezza in un evento come Orticolario. Prendersi cura della propria casa - perché anche questo è un giardino, già - e aprirla nel modo giusto.

Condividerla, attraverso gli strumenti che oggi per fortuna sono sempre più numerosi.

Il che non significa “automatici”. È nelle mani dei comaschi, nella loro fiducia prima di tutto verso le proprie potenzialità e nella capacità di gridarle al mondo.

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