Editoriali / Como cintura
Domenica 02 Aprile 2017
Il lago piace ma il tesoro
del turismo va governato
La bellezza induce a fermarsi, la bellezza non basta a trattenere. In questi giorni il mondo del turismo si è confrontato a Cernobbio, durante il forum di Confcommercio e dai numeri ha tratto in parte incoraggiamento. È stato però lo stesso ministro Dario Franceschini, se non a mettere in guardia, a sottolineare che le cifre vanno maneggiate con cautela. Perché è vero, dalle statistiche diffuse la notizia più rassicurante è che gli stranieri stanno scoprendo l’Italia che si fa fatica a definire minore: quei borghi, quelle città, quei paesaggi che si accompagnano anche alla storia, all’arte e alla cultura, al di fuori delle grandi mete come Roma, Milano o Firenze. Sì, sta stretta quell’etichetta “minore” nel caso specifico del Lario, perché Lake Como è diventato quasi una parola magica dappertutto.
Nell’analisi di Confcommercio, tuttavia, emerge un’ulteriore considerazione: queste città più piccole e preziose hanno successo fino in fondo, se vicine a metropoli che sanno attrarre e sono capaci allo stesso tempo di valorizzare le bellezze che vi sono intorno.
Spontaneo l’accostamento tra Milano e Como. Tanto più in un periodo come questo, in cui stanno per iniziare il Salone del Mobile e il Fuorisalone. Tradotti in (altre) cifre: il primo con 2mila espositori, di cui oltre un decimo delle nostre aree, il secondo con 1.398 eventi concentrati in una settimana.Se il Salone è spettacolare, è anche grazie alla Brianza. Se le nostre aziende hanno i riflettori puntati sulle loro straordinarie creazioni, è anche grazie a Milano. Questo rapporto speculare in fondo mostra la fondatezza del messaggio ribadito ieri.
Nelle strutture ricettive lariane, si presenteranno molti visitatori del Salone. Alcuni lo faranno perché siamo in una zona comunque meno cara del capoluogo lombardo, quindi per avere prezzi più accettabili. Ma verranno a dormire qui, perché è una zona bella e meno frastornata dal movimento milanese. E perché qui c’è il cuore dell’azione, ovvero gli stabilimenti dove vengono prodotti mobili in grado di conquistare tanti mercati stranieri. Si ripropone quel rapporto mai sfruttato fino in fondo, tra il turismo e il mondo produttivo, come se qualcuno potesse ancora pensare che i due comparti siano in competizione. No, tanto più in un periodo che porta le cicatrici della crisi, il successo passa dalla loro alleanza e dal loro reciproco valorizzarsi, proprio come deve avvenire tra località diverse. Ed è un caso, ma quanto emblematico, che nelle stesse ore a Milano parta la Borsa internazionale del turismo.
Questo è un mondo sempre più interconnesso, anche tra settori. Certo, il turismo è in crescita, ha detto Franceschini, ma va governato. Qui si tocca un tasto amaro, dopo che sono state svuotate le province. Eppure qualcosa si può fare. Forse uno spunto viene anche da un commento del premier Paolo Gentiloni, raccolto ieri da chi gli dava il benvenuto. «Quanta è bella Cernobbio vista dall’alto», ha commentato il presidente del Consiglio, che nelle vesti di ministro era arrivato con altri mezzi di trasporto. Ecco, a volte è bello volare e osservare, ma per capire, per cambiare, per incidere si può solo scendere tra la gente e nei territori.
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