Il libro dei sogni
non può bastare

Si dice spesso ed è un luogo comune: alle parole devono seguire i fatti. Purtroppo la nostra classe politica, presa spesso dall’ansia da prestazione, tende più a elaborare libri dei sogni, anziché un programma concreto di priorità da realizzare.

Oppure, come è accaduto ieri ad Albate, si parla di metodo, grandi principi, massimi sistemi. Un punto a favore del sindaco Lucini che è riuscito a recuperare persino la lista civica dell’ex assessore Introzzi. Ma se basta una mattinata di assemblea per recuperare qualche dissidente, i problemi della città
restano tutti sul tavolo. E oggi superato anche il simbolico tagliando di metà mandato l’amministrazione di centrosinistra, se intende lasciare un segno tangibile di questi cinque anni, deve iniziare a dare risultati tangibili.

Su alcuni temi chiavi attendere non si può più. Partiamo dal problema dei problemi, quello su cui Lucini stesso ha vinto le elezioni presentandosi ai comaschi come l’uomo giusto dopo le macerie lasciate dai predecessori. Bene, sul cantiere, dopo un’infinita serie di rinvii, ora serve davvero passare all’azione. Certo, lo sa bene anche il sindaco stesso, finito in un ginepraio quanto forse non immaginava. Ma ora basta. È naturale attendersi a breve, entro fine gennaio, una svolta vera: Sacaim deve riprendere i lavori e i cittadini hanno il diritto di conoscere un cronoprogramma credibile e certo per il completamento dell’opera.

Como ha un valore aggiunto che è rappresentato dal suo lago. Differire e temporeggiare, su un tema qual è questo, provoca ogni giorno un danno pesante all’immagine di Como e, più concretamente, allo sviluppo turistico della città.

Lucini si è insediato grazie a un clamoroso scivolone del centro-destra comasco che ha sottovalutato il potere dirompente della critica che l’intera città ha riservato al maltrattamento della risorsa più autentica a disposizione dei cittadini comaschi: il lago, il paesaggio con la sua luce, unica al mondo.

Il lungolago, certo, e almeno altri due temi cittadini su cui va fatta chiarezza. Innanzi tutto la Ticosa. Possibile che ancora la giunta non abbia detto ai comaschi cosa intende fare? No, non è accettabile che, trascorsi due anni, il quadro sia segnato da tanta incertezza. Al di là della bonifica, non si è ancora capito se l’amministrazione porterà avanti l’operazione avviata dai predecessori o se invece bisognerà ripartire da zero.

Ora, anche qui, le attenuanti sono molte e certo non deve essere stato semplice orientarsi nel pasticcio creato da altri. Ma i se e i ma valgono quel che valgono. Se Lucini vuole su un tema così importante segnare un punto di svolta non può più perdere tempo. E ancora l’area Trevitex di Camerlata. Si tratta di un intervento che trasformerà un quartiere, i problemi politici sono stati risolti. È naturale chiedersi allora cosa ancora manca all’avvio dei lavori. Tra pochi mesi, il sindaco lo sa, inizieranno le grandi manovre in vista delle elezioni e tutto, in un clima di veleni e ambizioni personali, diventerà ancora più complicato. Lucini ora deve muoversi, se non vuole diventare uno dei tanti sindaci che sono venuti dopo Spallino.

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