I più si sono stupiti qualche giorno fa, apprendendo che Como è quarta nella classifica delle province italiane per imprese legate a cultura e creatività. Classifica guidata da Firenze, piccolo dettaglio.
Oggi il Lario batte sul tempo la Toscana in un settore che sembra non avere niente a che fare con il mondo di quella graduatoria, l’immobiliare di lusso. Eppure ci sono dei fili tra le terre che si intrecciano, e che possono anche portare colore nel panorama economico sempre oscuro dei nostri tempi e della provincia.
Qualcosa si muove, finalmente, a livello globale. E gli Usa che danno segnali di luce, non di fumo, rappresentano una speranza per tutti, Como in testa.
Dallo scorso autunno i rischi per l’economia americana sono diminuiti, osservava proprio ieri il numero uno della Federal Reserve Ben Bernanke. E anche se le stime di crescita sono in lieve calo,si respira un’aria meno sconfortante.
Tradotto in soldi per la - nostra - economia, viva i prodotti lariani e brianzoli: l’export ritrova l’America, dal tessile all’arredo. E passa dal mercato immobiliare, come si è già avuto modo di sottolineare durante la recente manifestazione Expo Italia Real Estate. Da qui è emersa l’analisi più rosea nei confronti del mercato del mattone. Legata al lusso, e quindi può sembrare isolato. Ma andando oltre le considerazioni del mercato, rientra tra i segnali - anche questi non di fumo, come le profezie aleatorie sul futuro dell’economia - che possono incoraggiare una terra di talenti e orgoglio.
Gli inglesi, e non solo, vanno pazzi per la Toscana, regione meravigliosa e dalla storia infinita. C’è tanta Europa che sogna anche sulle nostre sponde, e c’è un altro continente - l’America, appunto - che sta cominciando a respirare e decide di farlo pure credendo in Como.
Como, nome che, pronunciato oltre oceano, rappresenta il sogno italiano: natura, arte e qualità della vita. Sì, qualità della vita è un’espressione determinante, e sempre nel rapporto di pochi giorni fa la Camera di commercio rimarcava la netta risalita nella classifica italiana, anche da questo punto di vista.
Si tratta di non accontentarsi di un bel lago, anche se bisogna saperlo difendere, come raccomandano gli albergatori: non si può mai vivere di rendita, in questo mercato globale a maggior ragione.
Il lusso che sbarca in maniera più massiccia a Como, non ci cambierà - immediatamente - l’esistenza, ma ci trasmette insomma un pizzico di fiducia in più, legata al riconoscimento della bellezza del nostro territorio.
E magari, fa venire voglia di tutelarlo meglio e di investire nelle potenzialità. Tra le quali, anche la cultura. Sì, questo motore silenzioso, troppo spesso martoriato, ci sta offrendo una luce importante di questi tempi.
Stare quarti dopo Firenze è un onore. Per uno strano caso, la società del mercato immobiliare di lusso aprirà in Toscana solo dopo Como. Chissà che porti bene, e soprattutto che faccia capire che i ricchi qui cercano prima di tutto uno stile di vita, tra lago e cultura.
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