È già arrivato il mondo, a Milano, attirato da una parola magica che è design. Una parola che è stata incarnata, studiata, plasmata dal distretto della Brianza.
Oggi prende il via un Salone del Mobile che si ritaglia un significato particolare e porta con sé un’aria carica di aspettative, magica come una primavera che ieri sembrava persino un po’ estate. Le nostre imprese sono determinanti, sono le stesse che hanno girato il pianeta con le loro creazioni per prime: coloro che hanno battuto anche gli anni di crisi, sono qui a Rho a dare il meglio con tanti sacrifici ma immutata passione. E se il mondo appunto si presenta affamato di creatività, lo si deve a loro. Se Milano è immersa in una settimana strepitosa, in cui quasi non ci si sa districare tra gli eventi, è grazie alla Brianza.
Una conferma tangibile l’assalto dei giornalisti stranieri ieri nella zona di via Durini dove tradizionalmente aziende come la B&B Italia lanciano l’anticipo delle collezioni e si raccontano a ogni Paese.
L’arredo, quello rigorosamente made in Italy, ha saputo comunicare in modo coinvolgente uno stile di vita apprezzato e invidiato, seminando negli anni precedenti, nella buona e nella cattiva sorte. L’ha fatto a duro prezzo: nessuno si dimentica quanti hanno dovuto chiudere o ridimensionare, ma il distretto oggi si presenta più fiero che mai, con prodotti che sanno stupire, con innovazioni di ogni tipo, con idee che riescono a strappare sguardi di meraviglia anche agli operatori più esigenti che arrivano da lontano.
Da questa mattina le imprese brianzole al Salone si metteranno in vetrina per costruirsi un futuro, di nuovo, per sconfiggere gli ostacoli e per sperare: perché nelle tensioni internazionali c’è chi cresce senza confini nell’export, nel mercato interno a rilento c’è chi comunque ha portato a casa l’anno scorso un piccolo e sudato più.
La storia che si presenta agli occhi dei visitatori sarà affascinante, ancora una volta. Eppure non riesce a racchiudere una verità che per forza di cose resta nascosta agli occhi di passaggio, anche a chi sa apprezzare la bellezza e lo stile che scorre negli stand.
Ci sono i colossi, che però per chi viene dall’estero e dalla visione delle multinazionali restano di medie dimensioni. Ci sono le aziende medie e quelle piccole, piccolissime. E ancora, ci sono gli invisibili. Botteghe che non avranno mai il loro nome sullo stand del Salone, ma il loro cuore, la loro sapienza sì. Lavorando con i grandi, con le imprese che in questa settimana straordinaria cercano di trovare conferme e nuove strade. Anche loro sono presenti, hanno fornito una soluzione, hanno aiutato in un particolare, hanno forgiato quel design che ora è sulle bocche di tutti, ma soltanto grazie all’apertura mentale e alla testardaggine buona di questo distretto.
C’è un territorio, insomma, la Brianza. Quella che lavora e non ama stare sul palco, non ne sente l’esigenza. Ha lavorato con le più grandi star, che infatti ora vengono a trovarla e non si dimenticano di chi ha creduto in loro e in questa formula dall’inizio. Il Salone del Mobile è un momento in cui le fatiche si conquistano la vetrina più importante del mondo per il settore e anche per Milano e la sua vocazione sempre più glamour e di vita.
Ma il Salone è di tutti, proprio di tutti. Dei più grandi imprenditori e dei piccoli artigiani, uniti in una missione difficilissima e meravigliosa. Anche di chi appunto lì non avrà una fotografia in fiera o forse non riuscirà nemmeno ad andarci perché deve lavorare ancora ad altri obiettivi, e lavorare duramente perché questo miracolo della nostra terra continui. Se il mondo però è qui, è pure merito loro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA