L’economista americano Roubini sta scrutando Obama alla tv , mentre parla di Siria ed economia. Ma sullo schermo a fianco , sempre di un’emittente statunitense, viene intervistato un suo collega e lì si può leggere a chiare lettere: Cernobbio.
Il mondo si incrocia sul lago di Como e si fa notare. Anche se a Villa d’Este trova la sua riservatezza, il suo riparo gentile garantito dai confini del paradiso e da una presenza massiccia di forze dell’ordine. Che si possono incontrare anche prima di arrivare al cancello.
Il turista che passa, si chiede: che succede? E gli viene risposto: il mondo viene qui a parlare del nostro futuro. Il (potenziale) turista seduto comodamente a casa sua guarda alle spalle degli intervistati e sospira sul lago sorvegliato dalle montagne, su quel panorama mozzafiato che potrebbe fargli mettere in conto un viaggio a Como. In quella cornice incantata, se se lo può permettere. Oppure in ogni caso studiando un viaggio che si adatti alle sue tasche.
Qui arriva il mondo che conta. E qui si vede l’immagine che paga. Un investimento silenzioso, di quelli cioè che non si può quantificare. Almeno apparentemente. Perché qualche indicatore esiste, ad esempio il dato della Camera di commercio di Monza è significativo: Villa d’Este alza di 300 milioni il brand di Cernobbio. Questo perché incide sulla reputazione economica e fa riconoscere, appunto, il Comune. Una ricaduta che si estende a tutto il lago di Como, è bene crederlo.
Perché - l’ha ribadito l’imprenditore brianzolo Pierangelo Lanfranchi che, partito con poche lire in tasca, oggi ha un ristorante esclusivo alle Bermuda, frequentato dai vip - noi siamo qui a costruire mille differenze, ma gli americani (e non solo) hanno una visione precisa: Lake Como.
Bastano due parole, e l’emozione è già nell’aria. Se poi la bellezza della natura e di uno stile di vita sono accompagnati dall’eleganza ai massimi livelli come a Villa d’Este, si colora anche di favola. Chi può, ne vuole condividere un pezzo.
Quindi il calcolo dell’ente camerale di Monza sarebbe da amplificare sull’intero territorio. E dovrebbe costituire un ulteriore stimolo a perseguire e proteggere un modo di vivere e di far vivere la nostra realtà a chi viene da fuori.
Ma per far arrivare qui il mondo, bisogna anche saper partire a esplorare e conoscere. Questo, lo dicono a più riprese gli autorevoli ospiti di questo forum e tutti coloro che si occupano di turismo a livello internazionale.
Prima di invitare qualcuno, ci si premura solitamente di capire cosa potrebbe fargli piacere, dai gusti a tavola fino alla voglia di stare in santa pace a contemplare il lago o invece di fare anche un tuffo nella cultura o ancora di assistere a eventi indimenticabili.
Solo dopo aver compiuto questo sforzo, anche di umiltà, si può chiamare. A Villa d’Este ieri si sono anche premiati i giovani talenti, e futuri leader alla presenza di Franco Bernabé, presidente di Telecom Italia. Che ai ragazzi ha spiegato quali sono le qualità per emergere. Una di queste è la
capacità di domare se stessi, di saper essere umili.
Quando si ha un’immagine come Lake Como, in fondo la sfida è anche questa: pensare, guarda, il mondo che conta sta arrivando da noi, e non montarsi la testa. Anzi, studiare come far fruttare ogni giorno di più questa ricchezza e a saper sempre, in un certo senso, ricominciare da capo. Non da zero: ripartire ogni giorno dal proprio stile e renderlo sempre più speciale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA