L’Italia è il paese dei paradossi legalizzati. Sul giornale che si spera, vi accingete a leggere ne trovate alcuni. Uno riguarda il milione di euro che sei ex consiglieri regionali incasseranno per rinunciare al vitalizio. Tutto lecito ma paradossale come l’acqua che va in salita visto che viviamo tempi in cui ai cittadini “normali” sono richiesti sacrifici su sacrifici in forma di tasse che servono anche a questo. Paradossale e legittima, la questione dei distacchi sindacali di cui si occupa un’inchiesta di Mario Cavallanti. Il governo ha deciso di ridurli del 50% come dire che finora sono stati il doppio di quelli che servivano? Boh. Terzo paradosso lecito, addirittura sancito da un verdetto della magistratura, quello dei parcheggi gratis per i dipendenti di Palazzo di giustizia nell’autosilo comunale di via Auguadri.
A Como parcheggiare in centro costa caro. E negli ultimi tempi lo è ancora di più: posti gratuiti manco a parlarne, non restano che le strisce blu o gli autosili. Quelli privati, carissimi, quello comunale più o meno alla portata di tutti anche se, dopo i rincari tariffari di sei mesi fa, l’abbonamento mensile costa 85 euro.
Poco o tanto che sia, si tratta in ogni caso di una specie di benefit riservato a pochi fortunati perché chi si mette in coda rischia di attendere anni prima di entrare in possesso del badge per la sosta. Sin qui ciò che capita a quasi tutti i comaschi. Già, quasi perché poi ci sono quelli speciali. Si tratta dei dipendenti del Tribunale che godono di un regime speciale.
Privilegio? Assolutamente no – ha chiarito il giudice – perché si tratta di un loro diritto il cui fondamento riposa nelle risorse (circa cinque miliardi di lire) investite a suo tempo dal ministero per il sopralzo sia dell’impianto che del palazzo di giustizia, storia di venticinque anni fa. Tanti soldi spesi allora, tanti posti auto oggi. Ora, la logica è cristallina ma il punto, perlomeno qui, non è certo stabilire quanto sia stata legittima la decisione del Comune di pretendere per i lavoratori del Tribunale un trattamento pari a quello di qualsiasi altro cittadino. Forse sì, certo, il sindaco Lucini lo scorso gennaio ha fatto una forzatura ma come non essere d’accordo con lui quando centinaia di altri pendolari sono costretti ogni giorno a pagare per lasciare l’auto o vi ovviano utilizzando l’autobus?
“Quella che è in gioco è una questione di equità e quindi non ci fermeremo. Non esiste che il Comune di Como debba pagare il parcheggio ai dipendenti di un altro ente, neanche se si tratta dei dipendenti del Tribunale”, ha dichiarato il sindaco. Parole per una volta battagliere, forse il tentativo risulterà vano ma certo, almeno su questo, il primo cittadino si è messo davvero in sintonia con i cittadini che sono, in questa vicenda, beffati due volte. La prima perché pagano quando altri sostano gratis e la seconda perché se i parcheggi fossero a disposizione della Csu, la società che ha in gestione l’autosilo, ci sarebbe un maggiore incasso di circa 100mila euro all’anno.
Soldi, inutile specificarlo, che possono essere considerati a carico dei contribuenti che il Comune è, in parte, costretto a tosare come dimostra la stangata sull’Irpef decisa negli scorsi giorni dal consiglio comunale. Insomma se la legge è uguale per tutti il parcheggio no. E l’unica cosa non paradossale è che pagano sempre gli stessi.
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