In pericolo adesso
c’è tutta l’Europa

La ferocia e la determinazione, la preparazione minuziosa per riuscire nel proprio intento: sono gli aspetti che colpiscono di più nella strage islamica di Parigi: senza pietà, a sangue freddo, vendicatori di una religione secondo loro offesa da un settimanale satirico, “Charlie Hebdo”. Al grido di “Vendicheremo il Profeta” hanno fatto irruzione nella redazione con l’intenzione di metterla a tacere, sparando all’impazzata, mostrando il volto più feroce del terrorismo.

È’ una prova di forza questa che la frangia più violenta dell’integralismo vuole

mostrare, cercando di intimorire sul piano della libertà di stampa. O utilizzando i disegni satirici non tanto per vendicare il Profeta, ma come pretesto per creare una propria strategia della tensione che mette in allarme non solo la Francia, ma l’intera Europa. È chiara la viltà di massacrare giornalisti e vignettisti perché hanno espresso le loro idee, ma fa tutto parte di quella logica dell’odio assoluto che il terrorismo islamico ha sempre voluto mostrare al mondo, un odio che ha bisogno di avere una platea vasta e soprattutto di essere “mostrato”: non si dimentichino i video delle esecuzioni dell’Isis.

È proprio questa novità dei combattenti in terra siriana o iraquena, su cui si indaga anche per gli esecutori di questa terribile e orrenda strage, a creare quel senso di incertezza, di insicurezza, di minaccia continua. Queste stragi da chi sono pianificate? C’è un disegno preciso? O tutto è lasciato alla follia e alla iniziativa dei singoli? Sono domande che ci facciamo anche per rispondere a quel bisogno di sicurezza che possa permettere che l’odio non si manifesti più in modo tanto feroce e barbaro. Anzi che l’odio non si manifesti affatto e diventi una parola da dimenticare soprattutto quando si parla di religione, dove non c’è niente da vendicare, semmai una presa di distanza, come avviene nelle società civili, rispetto a considerazioni non condivise. Invece il terrorismo islamico cerca la vendetta per dimostrare la sua ferocia, una forma di potere che instaura la paura, che può agire ovunque. Ora ad essere colpita è la Francia, ma è la stessa Europa a trovarsi in pericolo, a dover difendersi per non vedere più vittime innocenti crivellate di colpi, in una barbara carneficina.

L’attacco alla redazione di “Charlie Hebdo” e soprattutto la volontà di distruggere un’intera redazione giornalistica pone inoltre un altro problema significativo, quello dei diritti civili che la strage terroristica ha lasciato in un lago di sangue: il diritto ad esprimere le proprie opinioni, il diritto della libertà di stampa, il diritto di ciascun individuo a non subire aggressioni gratuite di qualsiasi tipo e di qualsiasi genere. Il terrorismo islamico, con la sua spirale di odio, offende e nega la dignità umana, in nome di un proclama religioso. La religione però non insegna e non pratica l’odio: sta dalla parte dell’uomo e fa da mediatore con l’altezza divina. Questo dovrebbero ricordarsi i terroristi: troppo facile giocare alla guerra, con troppa naturale spietatezza. La realtà però non è un videogioco e i morti caduti restano la loro vergogna agli occhi del mondo.

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