Sono almeno centomila i cristiani in fuga dalle città del nord iracheno conquistate nelle ultime ore dai jihadisti. Lo ha riferito il patriarca caldeo di Kirkuk, Louis Sako, parlando di “disastro umanitario”. Gli estremisti, ha raccontato il religioso, hanno anche “tolto le croci dalle chiese e bruciato antichi manoscritti”. Il Papa lancia un “appello anche alla coscienza di tutti” e alla preghiera di tutti i cristiani.
I cristiani continuano a essere perseguitati, in Africa, in Medio Oriente, altrove. Ma il motivo per il quale sono perseguitati non sembra meritare, di fronte all’opinione pubblica occidentale, una particolare forma di attenzione. Si prende atto, più che altro e, senza confessarlo, che non c’è nulla da fare, appunto, perché non ci sono le forme adeguate e neppure i motivi sufficienti per intervenire. Proviamo a immaginare se la crisi coinvolgesse, magari nello stesso Medio Oriente, paesi importanti fornitori di petrolio “strategici” per l’Occidente. Ci sarebbe lo stesso disinteresse? Evidentemente no.
Dall’altra parte, nella cultura corrente occidentale, la religione cristiana ha ormai la funzione di gruppo materasso: è lecito colpire, anzi colpire è segno di modernità e di cultura à la page. Per contro, in Inghilterra, in Francia e in tutto l’Occidente esiste un diffuso senso di attenzione, fino ai limiti del servilismo, nei riguardi dell’Islam. Si sa che bastano alcune vignette e tutto il mondo islamico va in subbuglio. Quindi: tutti zitti.
Se proprio ci si vuole sfogare contro il mondo religioso, c’è sempre a disposizione qualche credente, qualche vescovo, qualche Papa (a Ratzinger, quante gliene hanno dette!). Il risultato è deprimente.
Dei cristiani si può dire quello che si vuole, dell’Islam non si può dire quello che si deve. Se succede qualcosa, qualche cosettina, tipo un centinaio di migliaia di cristiani cacciati fuori delle loro case e delle loro città, si precisa che si tratta di iniziativa di gruppi “islamisti” fondamentalisti. E ci si mette il cuore in pace: sono soltanto gruppi e poi sono soltanto fondamentalisti.
Mentre, invece, ci sarebbero almeno due cose da fare. Prima: i gruppi minoritari dell’Islam, quelli che ammazzano, che sequestrano centinaia di ragazze, che catturano Vanessa e Greta sono davvero isolati dall’intero mondo islamico? Sono davvero soltanto delle metastasi di un organismo sano o sono manifestazioni, magari vistose, di malattie che però risiedono nell’organismo stesso?
Seconda: non c’è nulla fare, si sente dire. Ma è proprio vero che non c’è nulla da fare? Il Papa chiede che si preghi. E va bene: è il Papa. Ma che centomila persone siano cacciate fuori dalle loro case è una violenza che la politica non può semplicemente accettare. Vale ancora il principio che a mali estremi si devono opporre estremi rimedi? Mogherini fa bene ad approvare oppure proponiamo di scomunicarla perché ha osato dire che le bombe andavano bene? Certo, ci vorrà molta prudenza, si dovranno valutare bene tutte le conseguenze internazionali. Ma pensare che una città intera venga cacciata dalle proprie case solo perché è cristiana è una forma di barbarie inaccettabile. Inaccettabile per tutti e non solo per qualche capo di Stato o qualche ministro degli esteri.
© RIPRODUZIONE RISERVATA