Expo è già un’occasione vissuta, sfruttata e con un effetto domino positivo per molte imprese comasche. Se puntiamo gli occhi sul turismo, il clima resta invece di attesa. Fiduciosa, ma sempre attesa.
Avevano già messo in guardia molte strutture ricettive nelle scorse settimane: per il Salone del Mobile si è cresciuti molto, mentre Expo non ci fa ancora intravedere alcuna traccia di un boom di prenotazioni.
Cambierà nei prossimi mesi? È l’auspicio di Federalberghi, che ieri ha tra l’altro scommesso con decisione durante l’assemblea nazionale sulla favorita dall’Esposizione universale: Como.
Non è solo una gentilezza di chi viene ospitato o un riconoscimento alla bellezza, all’atmosfera di un luogo: è analisi pragmatica, e condivisa da più parti.
Ma se ciò spinge a sedersi e sistemarsi per ammirare meglio la cometa che passa, si può rilevare un boomerang. Da cui difficilmente ci si potrebbe riprendere in seguito. È vero, molto si è fatto, investendo sulla cultura, sul green tourism, su itinerari percorribili con i pullman e altro ancora. I privati non si sono risparmiati e per una volta il Lario si è sforzato di fare squadra.
Che cosa manca? Il piccolo, che poi tanto piccolo spesso non è, non almeno nell’impatto sulle persone. Tanto per cominciare, gli albergatori chiedono anche eventi che si possono definire minori, ma che in realtà rafforzano quelli grandi del tipo di Expo.
Quindi quei dettagli che sanno esprimere tutti insieme il fascino, l’emozione di cui è in cerca il turista. Possibile che in alcune località lariane tutto sia impeccabile, colorato, profumato e altrove – a partire dal capoluogo – il biglietto da visita sia molto meno accattivante? Parliamo dello stesso Stato, anzi della stessa provincia. Eppure a volte non sembra proprio.
Un interrogativo emblematico in questo senso riguarda il battello spazzino. Arriva la cometa Expo, applaudiamo e convinciamo tutti a guardare il cielo: dovranno però prima o poi abbassare gli occhi e vedere il lago. Sì, Lake Como, il brand più apprezzato al mondo, la cornice scelta da Sua Maestà George Clooney e non solo, “addobbato” per l’occasione con i rifiuti.
Ci potrà essere la sfortuna in un caso, ma nell’altro tirar fuori la questione che per motivi economici oltre a quei giorni già vergati sul calendario non si può estendere il servizio, è inaccettabile.
Inaccettabile per tanti motivi, ma soprattutto perché vorremmo capire come spiegarlo ai turisti: dal lago delle meraviglie, torneremmo rapidamente a essere il Paese di Pulcinella. Dove si fa una doverosa visita, ma si preferisce non tornare.
Ecco, forse bisognerebbe ascoltarli i turisti. Che non pagano una tassa di soggiorno per vedere la loro meta sporca. Se questi soldi non bastano, si multino sul serio gli incivili che contribuiscono a questa sensazione di degrado. Ma non possiamo restare fermi, come il battello spazzino: perché Expo sta passando e non si fermerà.
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