Alle spalle c’è una settimana devastante a causa dei 200 licenziamenti alla Sisme: ferite che colpiscono Como, e duramente.
Ma bisogna trovare anche gli anticorpi e avere la forza di raccontarseli, non per trovare vane forme di consolazione, bensì per ricordarsi ciò che si può fare, in tempo di crisi. Ciò che accade ed è pure sotto i nostri occhi.
C’è un’economia che reagisce, e spesso passa dall’estero. Non solo con l’export che continua a essere l’ancora di salvezza per le nostre aziende: ci sono anche società straniere che bussano qui per costruire. Credono che la creatività di Como - sia nel design sia nei servizi, nella capacità di girare il mondo a caccia di partner - sia una risorsa fondamentale per crescere.
È finita sotto i riflettori l’alleanza dei due colossi Michelin e Jihua (azienda cinese), che per le loro suole all’assalto del mercato mondiale hanno scelto un percorso particolare: quello che passa da Como, appunto.
Ma non è una stella isolata in un cielo cupo. Quando la notizia è circolata in modo generico, le agenzie si limitavano a segnalare: nei pressi di Como. Subito molti comaschi hanno colto qual era il luogo esatto: Lomazzo, ComoNext. Questo Parco scientifico tecnologico che fa gola persino a società di Paesi altamente tecnologici come Israele o Usa. E che ha start up minuscole ma dinamiche, spesso di servizi, quasi sempre legate al web. Che producono, anche, e il grafene è un esempio: però passa attraverso le nanotecnologie, insomma parla il linguaggio del futuro.
La reazione non è un comportamento generico, un caricarsi psicologico su una scia di un ottimismo vuoto. È anche un mettersi in discussione e ripartire con lezioni del passato che possono aggredire il presente.
Con l’addio del Cotonificio Somaini a Lomazzo erano spariti anche un migliaio di posti di lavoro, come è stato ricordato l’anno scorso all’inaugurazione del secondo lotto di ComoNext. Un’unica, enorme azienda, un riferimento per tutto il territorio.
Tornare a quelle cifre è un traguardo impossibile? No. Lo stesso presidente della Camera di commercio Paolo De Santis l’ha affermato, con forza: con il completamento del Parco tecnologico si potrà arrivare anche a 800 addetti.
Con una sostanziale differenza: saranno suddivisi in moltissime imprese. Piccole, agili, dinamiche, capaci anche di adattarsi ai cambiamenti rapidi e alle esigenze dei tempi moderni.
Pure più fragili? Forse, ma in fondo è la storia del tessuto imprenditoriale italiano, lombardo e lariano in particolare.
Il piccolo lotta, è più esposto ai pericoli e solo. Ma sa essere anche un mondo, specialmente se fa rete con gli altri. E ComoNext ha permesso a tante microaziende di radicarsi ed eventualmente di compiere i passi successivi da sole, di allontanarsi forti di ciò che hanno imparato: compresa la capacità di lavorare anche con gli altri.
Artigianali sono le aziende che parteciperanno alla fiera del settore meccanico di Erba. Quest’anno ancora più numerose: sono un seguito naturale della risposta entusiasta e coraggiosa delle imprese lo scorso ottobre, sempre a Lariofiere, alla Mostra mercato.
Scontato l’assalto al polo espositivo? Per niente, visto che un analogo evento in Svizzera era andato deserto. Questa è la Como che cresce e convince il mondo. E a volte lo supera.
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