L’Enciclica «Lumen Fidei» rappresenta qualcosa di unico e di storico. Per la prima volta un testo viene scritto da due pontefici, entrambi in vita, l’uno successore dell’altro. La vera novità sta però nella sostanza, perché elimina come un colpo di spugna tutte le ovvietà che il mondo ha narrato in questi mesi su due pontificati che si volevano opposti, antitetici.
Non è così. Francesco ha sgombrato il campo da ogni equivoco domenica scorsa quando, pubblicamente, si è detto “figlio” di Benedetto e come figlio ha voluto portare a compimento l’opera del
padre. Gli stessi sentimenti espressi da papa Ratzinger nei confronti di Giovanni Paolo II, quando nella primavera del 2005, scelse di continuare la catechesi del mercoledì semplicemente leggendo quelle preparate da Wojtyla.
Il papa slavo, il teologo tedesco e il pastore latino-americano, una continuità nella storia. Francesco ha scelto di presentare al mondo una Chiesa che nulla ha bisogno se non del Vangelo, così come Benedetto ha instancabilmente richiamato ad aprire le porte a Cristo, lo stesso appello di Giovanni Paolo II ad essere davvero cristiani seguendo solo lo sguardo di chi ci ha cambiato la vita: Cristo Gesù.
Ecco perché la «Lumen Fidei» non è uno scritto teologico difficile da digerire e da comprendere, e nemmeno la riproposizione di qualcosa di antico da riportare d’attualità. Descrive qualcosa di vivo, di presente, ma che per molti cristiani è diventato qualcosa di ovvio, di scontato e che per questo non incide più sulla vita propria e sui destini del mondo.
Papa Francesco con quella forza e quella chiarezza che sta scuotendo il cuore degli uomini l’ha gridato più volte: «C’è bisogno di cristiani d’azione e di verità, la cui vita sia fondata sulla roccia di Gesù e non di cristiani di parole, superficiali come gli gnostici o rigidi come i pelagiani».
Perché Papa Ratzinger ha deciso di indire l’Anno della Fede e perché oggi viene pubblica un’enciclica sulla Fede? In fondo cosa c’è di più ovvio per i cristiani se non la fede? Ma è vero esattamente l’opposto: non c’è nulla di meno ovvio della fede, quella autentica che fonda le sue origini nell’incontro con Cristo. E’ questo che preoccupa di più papa Francesco: «La fede va costruita sulla roccia che è Cristo e non soltanto sulle parole, Il pericolo più grande è questo cristianesimo senza Gesù e ciò è accaduto e accade oggi nella Chiesa».
La fede fondata sulla roccia diventa un bene per tutti. Come si legge nella nuova enciclica «contribuisce al bene comune, giacchè stabilendo vincoli saldi tra gli uomini, illumina i rapporti fra gli uomini. La fede fa comprendere l’architettura dei rapporti umani, aiuta ad edificare le nostre società, Senza un amore affidabile nulla potrebbe tenere veramente uniti tutti gli uomini».
La «Lumen Fidei» diventa così una sfida per un mondo diverso, non più determinato dagli interessi, dalla paura, dall’incertezza. Una luce nuova verso una vita più grande e più piena. Una sfida aperta per i cristiani chiamati alla testimonianza di ciò che sta all’origine della loro gioia.
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