Le piazze e il segnale
che si può cambiare

Una piazza non fa primavera. Ma almeno permette di godersi un’aria diversa e meno grigia.

In questi giorni tempestosi - sia dal punto di vista del meteo sia da quello delle rogne anche giudiziarie - il volto delle nuove piazze porta almeno un segnale controcorrente. Mostra che si può cambiare, lentamente (sembra che nel Paese della Ferrari si lasci correre solo la burocrazia), tra le critiche che immancabilmente si destano subito e che a volte si smorzano, a volte no. Ma si può.

Visto che siamo all’epilogo dell’anno scolastico, diciamo che non sarà un elemento sufficiente a far conquistare la promozione a questa amministrazione. Non solo per la vicenda delle paratie che non solo non si è ancora sbloccata, ma è finita nella lente di ingrandimento della magistratura. E il libro sembra tutt’altro che destinato a una celere conclusione.

Anche considerando l’onda di partecipazione popolare all’iniziativa del nostro giornale per liberare il lago, la delusione dei comaschi su questa vicenda appare nitida. Né si può scordare l’altra ferita rimasta aperta: quella della Ticosa.

Una doppia amarezza, e pesante, perché proprio quei due obiettivi avevano scandito la campagna elettorale della compagine guidata dal sindaco Mario Lucini.

Prendiamolo allora come premio di consolazione, questo nuovo volto che il centro sta assumendo. Ma è pur sempre qualcosa di concreto, un’occasione per la città di abbellirsi e diventare più vivibile, se non più vissuta: perché poi la differenza, la fanno i cittadini.

Anche qui, mica è stata una vittoria facile. Si sono verificati gli immancabili ritardi, compagni fedeli delle opere pubbliche. E a correre loro incontro sono state naturalmente le polemiche. Ad esempio sui tempi della pedonalizzazione, che non sono stati sincronizzati : solo dopo aver tolto le auto, si è data una funzione alle piazze, invece di operare contestualmente.

Alla fine però si possono contemplare anche i risultati. E gli apprezzamenti, incassati talvolta persino dai detrattori iniziali: magari non gridandoli, ma mostrando di voler godere questi spazi rinnovati.

Prendiamo piazza Grimoldi, che diventa un vero gioiellino. Un’altra pennellata di bellezza, accanto al Duomo. Ma non fa eccezione via Garibaldi, che accoglie come nuova porta di ingresso del centro storico. Via i parcheggi e le macchine, lo spazio rivive con alberi, rinnovata pavimentazione e prossimamente i tavolini.

Non è primavera, non sono neanche tutte rose. Un po’ di perplessità resiste su piazza Roma, anche se l’intervento è appena partito. Del resto pensiamo a piazza Volta e alle panchine della discordia: piaceranno o no, eppure adesso vengono utilizzate. Altro dovrà venire, compresa la conclusione dell’intervento di Villa Olmo, che richiederà tempi più lunghi.

Non basterà a spazzare via le nubi, ma il nuovo centro resterà come una dimostrazione anche per chi verrà: cambiare è possibile. Ed è almeno qualcosa da cui ripartire nel groviglio che ha soffocato altre chance di rinascita per Como.

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@MarllenaLualdi

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