Il filone delle vacanze è stato uno dei più floridi della commedia all’italiana. Basterebbe ricordare quelle intelligenti di Alberto Sordi, costretto dai figli a un soggiorno istruttivo assieme alla moglie, interpretata da Anna Longhi e scambiata per un’opera d’arte alla Biennale di Venezia. Oppure alla miglior opera degli eredi del mitico Steno, Sapore di Mare, con Jerry Calà in Vespa sulla spiaggia nella Forte dei Marmi degli anni ’60.
Ecco proprio al Forte è ambientata una grottesca polemica, del tutto lontana da quei geniali copioni
partoriti dai grandi sceneggiatori di allora. Quella sulle vacanze del premier Matteo Renzi, il fatto più morboso dell’agosto una volta esaurito l’effetto delle foto bilaterali della ministra Maria Elena Boschi in bikini.
Pensate fino dove ha osato il presidente del Consiglio e segretario del Pd: un albergo cinque stelle con famiglia al seguito nella mondana località di quella Versilia dove un quotidiano uso a far le bucce di continuo al capo del governo, tiene la sua festa.
Che spreco, che scialo questo Renzi che anziché la pensione Miramare di Riccione, piatto freddo tutte le sere, acqua e vino esclusi, ha scelto un hotel a la page in Toscana per un breve periodo di tranquillità tra una sparata (questo sì gli si potrebbe imputare) e l’altra nella sua mitragliante esperienza di governo.
Insomma può essere cosa giusta e magari anche buona prendersela con il premier per la strategia della pensione, ma non per quella dell’hotel. Vogliamo fare qualche paragone? Magiari con i trenini in Sardegna (Brigitte Bardot, Bardot...)m vulcano artificiale incluso (vabbeh erano cene eleganti) di un predecessore del leader Pd a palazzo Chigi. Oppure con le vacanze di “grrrrruppo” su uno yacht chiacchierato di un ex presidente della Lombardia.
O anche con l’Ikarus, sontuosa imbarcazione a vela su cui un altro importante leader politico, che ora si è dato allo spumante, solcava petto e prua in fuori il Mediterraneo e quando scendeva dalla barca (dove è noto le scarpe si usano solo se apposite) indossava le celebri calzature fatte a mano da un artigiano calabrese. Insomma, il moralismo d’accatto sulle renziane ferie d’agosto (altra bella commedia vacanziera di Paolo Virzì) appare un po’ stonato. Certo, Togliatti si accontentava delle passeggiate in Valle d’Aosta con Nilde Jotti e la figlia adottiva, Andreotti delle ospitate in austere caserme di montagna dei carabinieri o della guardia di finanza, Aldo Moro passeggiava in camicia e cravatta sulla spiaggia di Fregene. Ma erano altre epoche e altre Repubbliche. E poi in fondo, al netto dell’aggiornamento temporale, le vacanze di Renzi sono quelle che, come stile, si avvicinano di più a quelle dei politiche dell’ancien regime nostrano. A meno di doverlo vedere mentre sfoggia la bandana e balla su un tavolo. Ma non sembra il tipo. Lui caso mai le ganassate preferisce farle durante le conferenze stampa a palazzo Chigi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA