L’Italia si misura dalle gomme da neve

In questi giorni, un po’ per caso, è capitato in redazione un rapporto dell’automobile club tedesco sulle norme europee inerenti l’utilizzo delle gomme da neve, i cosiddetti pneumatici “termici”. È uno dei classici temi che ormai cataloghiamo alla voce “glocal”, roba che in genere interessa a tutti e a nessuno. A noi comaschi, cui capita spessissimo di sconfinare, interessa senz’altro più che ad altri, ma due righe di commento il tema le merita a prescindere, in tempi in cui si fa un gran parlare d’Europa, di leggi e di regolamenti da uniformare.

Cominciamo dalla nazione che ci riguarda più da vicino. Perché forse non tutti sanno che in Svizzera le gomme da neve non sono obbligatorie. Possibile? Possibile eccome, anche in un Paese in cui si viaggia quasi esclusivamente attraverso montagne.

In compenso, se per sventura ci si dovesse ritrovare su una strada innevata a ostacolare il traffico perché privi di opportuna attrezzatura, si rischierebbe una sonora multa, il cui importo non è quantificabile. Pessimi anche i tratti stradali in cui sussiste l’obbligo di circolazione con catene a bordo (e in Svizzera capita spesso). Chi non le ha paga, anche se viaggia con gomme da neve.

È un po’ quello che succede in Austria, dove quanto a sanzioni sono ferocissimi (si rischiano fino a 5mila euro di multa): ove indicato, sono obbligatorie anche le catene, a prescindere dagli pneumatici e a prescindere dalla trazione. Avete il quattro per quattro che monta altrettante poderose Michelin che vi inchioderebbero a un lago ghiacciato? In Carinzia se ne fregano. Quando vogliono le catene, vogliono le catene.

I francesi, in compenso, introducono un’altra variabile: polizia e gendarmerie pretendono un battistrada minimo di 3,5 millimetri, ma quanto al montaggio di gomme termiche, beh, dipende. Qui sì, là no. E vai a capire.

C’è un po’ più di ordine in Nord Europa, in Scandinavia, per esempio, dove quantomeno si introducono criteri stagionali. Da novembre a marzo servono pneumatici adatti, anche se - per esempio in Norvegia - è consentita un’ennesima variabile: sono consentite anche le “all season”, gomme buone per tutte le stagioni, acqua, fango e nevischio (anche se poi, giurano i gommisti, la resa non è precisamente la stessa). Se si può comprendere perché in Portogallo non esista nessuna regola, riesce meno condivisibile la scelta delle autorità olandesi, che applicano lo stesso criterio. Non c’è nulla di obbligatorio, fate un po’ come vi pare, il che un po’ suona strano, perché senz’altro tra i tulipani non nevicherà come sul Massiccio centrale, ma rispetto all’Algarve è plausibile che qualche centimetro cada, almeno ogni tanto.

I tedeschi invece fanno i precisini, poi però, anche da loro tutto “dipende”. Da cosa? Dal meteo, ovviamente. Finché non nevica liberi tutti ma se poi si scatena la bufera, la multa è in agguato: da 40 a 80 euro, a seconda delle condizioni. Geniali gli irlandesi. Anche a queste latitudini non è chiaro quanto nevichi (probabilmente poco) ma non solo non esistono regole per il montaggio di pneumatici invernali, sono addirittura tassativamente vietate le catene, che probabilmente rovinano l’asfalto più di quanto facciano i trattori delle migliaia di allevatori che incrociano su e giù con le loro pecore.

C’è poco da scherzare, comunque. Perché il rapporto dell’Automobil club tedesco esclude il nostro Paese. Si sono arresi. Troppe province, troppi Comuni e troppe regioni, troppe teste pensanti. Impossibile chiarire in termini uniformi quale sia la norma vigente. In Italia ognuno fa da sé, nella migliore tradizione.

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