Da giorni a Como non si parla d’altro. Quale sacco per il mozzicone di sigaretta? E per il tubetto del latte condensato? Tra i messaggi ad Aprica, l’azienda che ha in carico la raccolta dei rifiuti, una residente ha raccontato di un vivace dibattito in famiglia sulla scatola dei biscotti: i genitori erano schierati per carta e cartone, i figli per l’indifferenziato.
In pochi giorni centinaia di quesiti, quasi tutti molto specifici. Dove lo metto il nastro adesivo in carta? E le bustine della vanillina? In parte, certo, si è innescato un meccanismo di gioco, i social network sono stati un formidabile driver e la possibilità di chattare con i responsabili del servizio ha aiutato la curiosità.
Ma al netto di questi fattori appare chiaro, dalla quantità e dal tipo di messaggi, quanto i comaschi ci tengano e stiano prendendo sul serio la nuova raccolta differenziata. Rispetto a quasi tutte le altre città lombarde, su questo terreno siamo indietro anni luce e la scadenza assomiglia a una sfida che tutti stiamo sentendo nostra, un po’ per sensibilità ecologica, molto per orgoglio civico.
L’idea di limitare gli scarti e avere in ultima analisi una città più pulita è sentita dalla stragrande maggioranza dei comaschi come un dover essere prevalente su ogni genere di disagio. Quasi che la necessità di cambiare le proprie abitudini sia accettata da quasi tutti come un restituire alla fortuna di essere capitati a vivere in un luogo di straordinaria bellezza.
Oggi però, al di là delle chiacchiere su mozziconi e vanillina, si parte e nell’arco delle prossime settimane si toccherà con mano qual è stato il riscontro tra i cittadini e soprattutto cosa bisogna fare per migliorare il servizio. Ieri, incontrando i residenti nei quartieri di Camerlata e Rebbio, i primi interessati dalla nuova raccolta, è emerso un diffuso disagio soprattutto tra gli anziani. Una parte di questi ultimi impiegheranno mesi per assimilare l’organizzazione del servizio, alcuni stanno vivendo questa fase di transizione in un vero e proprio stato di ansia nel timore di non essere in grado di affrontare l’obbligo di separare i rifiuti. A queste persone, forse, poteva essere dedicata una comunicazione più chiara e semplice. Sono stati organizzati incontri a non finire e Aprica ha pure, da oggi, una app dedicata ma sulla distribuzione dei kit e delle istruzioni poteva forse essere fatto uno sforzo in più, prevedendo ad esempio per tutti gli ultra 65enni un servizio a domicilio.
L’avvio della raccolta sarà – il Comune lo ha sottolineato più volte – graduale. Molte delle preoccupazioni dell’ultima ora derivano dalla mancanza dei bidoni in buona parte dei condomini. Ma Aprica, diciamolo una volta di più, ha già chiarito che le nuove regole saranno operative solo quando ai residenti sarà fornito tutto il materiale necessario. Insomma, cerchiamo tutti di non cadere nella frenesia del primo giorno. Un’ora X andava fissata per forza e almeno in un primo tempo qualche errore sarà tollerato.
Certo, le sanzioni per chi sbaglia sono una necessità logica ma attenzione alle psicosi. Un quesito che è meglio non porsi è quello lasciato da un comasco sul profilo Facebook di Aprica: “Fatti due calcoli, chi dopo l’8 giugno non avrà ritirato il kit dovrebbe essere passibile di accertamento in quanto sicuramente NON fa la differenziata?” Senza correre, un passo alla volta, senza la paura degli accertamenti, riusciremo anche noi a fare ciò che al resto del mondo riesce da anni.
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