Non pago del risultato, il premier ha poi ribadito un paio di concetti. «Si può e si deve fare di più», ha detto, perché «il recupero dell'evasione fiscale deve diventare uno strumento per migliorare l'efficienza del sistema economico in un quadro più equo. Dobbiamo continuare con rinnovata forza perché se ognuno dichiara il dovuto, il fisco potrà essere più leggero per tutti. È - ha concluso - un impegno ineludibile».
Nel suo piccolo, il Comune di Como ha fatto altrettanto bene, allineandosi e in qualche caso anticipando lo spirito rigoroso di questi tempi di crisi
In un anno di attività e controlli, gli 007 di casa nostra hanno recuperato circa due milioni di euro, un bel gruzzolo frutto di una cooperazione tra enti. L'agenzia di riscossione rifiuti che collabora con Palazzo Cernezzi (la celebre e invisa Creset, la cui efficienza è diventata quasi proverbiale) ha consentito di recuperare fette di evasione importanti, sia alla voce Ici (oggi Imu), sia alla voce Tarsu, la tassa rifiuti che troppi comaschi, negli ultimi anni, avevano preso a "trascurare" pericolosamente.
Il recupero di questi due milioni dimostra che la lotta all'evasione è possibile, anche a livello locale e anche per voci di spesa meno "indagate" di altre, quali scontrini e fatture. L'impunità, che fino a qualche anno fa rappresentava quasi la prassi, non è più contemplata. Nell'ultimo quinquennio, a livello locale, molte cose sono cambiate. Fino alla fine degli anni Novanta, perfino le multe restavano spesso congelate in una sorta di terra di nessuno, un limbo a metà strada tra l'emanazione e la notifica. Non pagava quasi mai nessuno, se non i pochi che commettevano l'"errore" di conciliare se non subito poche ore dopo, presentandosi al comando dei vigili. Poi qualcuno ha aperto gli occhi, ben prima del governo Monti e del nuovo corso della lotta all'evasione, già varato dal secondo governo Prodi. Così a Como arrivò l'operazione "metro quadro uguale per tutti", con cui l'allora sindaco Alberto Botta decise di mettere ordine nelle case dei tanti contribuenti che "dimenticavano" l'Ici.
I risultati conseguiti nella lotta all'evasione a livello locale, dimostrano che un pizzico di rigore in più non solo non guasta ma può dare frutti di una certa importanza, ché d'altra parte, per inseguire chi si nasconde al fisco, non servono per forza gli obici della guardia di finanza. Un pizzico di rigore e un po' di volontà politica - anche se il tema è di una assoluta impopolarità - possono bastare. Resta il problema, finora insormontabile, della fase due, a livello locale come (soprattutto) a livello nazionale. Ne ha parlato sempre ieri il nostro presidente del consiglio (la cui popolarità, nel caso, salirebbe ben oltre l'attuale indice gradimento, accreditato al 59%): prima o poi, ha detto, le tasse saranno abbassate. Prima di lui lo aveva già annunciato una mezza dozzina di presidenti del consiglio. L'auspicio è che prima o poi accada davvero, anche se la sensazione è che non accadrà mai.
Stefano Ferrari
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