Quando passo davanti al cantiere ho la sensazione deprimente di una città blindata da queste pareti».
Il vescovo Coletti, in poche parole, ha saputo rendere meglio di chiunque altro la sensazione dei comaschi di fronte alla staccionata tra Sant’Agostino e piazza Cavour.
Era la fine di marzo e, proprio in quei giorni, “La Provincia” lanciava una nuova campagna. O un appello a chi ci governa, se preferite: “Togliete la palizzata che oscura il lago”. Da allora sono passati quattro mesi e, dopo anni di immobilismo totale, l’epopea delle paratie ha regalato finalmente qualche sorriso. E dire che fino alla metà di aprile la sensazione era la solita degli ultimi sei anni: nessuna certezza sul futuro del cantiere, nebbia fitta sulla riapertura provvisoria della passeggiata ex Zambrotta e solo timide fantasie - al limite della provocazione - sull’abbattimento della palizzata che ci accompagna da un triennio.
E invece il sindaco Lucini ha saputo far squadra ed è partito in impennata sul lungolago, portandosi in sella il governatore Maroni, gli Amici di Como, enti, associazioni e decine di sponsor privati.
Il primo passo il 24 aprile, con la visita di Maroni a Palazzo Cernezzi. Il presidente lombardo e il primo cittadino hanno messo da parte le rivalità politiche e si sono tesi reciprocamente la mano. «Condivido il percorso del Comune e voglio trovare una soluzione in tempi rapidi, mi impegnerò al massimo», ha detto Maroni, dando un sostanziale via libera alla riapertura estiva del lungolago e al nuovo progetto. Ma lo scetticismo - complici anni di inerzia e muri vari assortiti - faticava a sgretolarsi. D’altra parte l’esperienza insegna e i comaschi si sono fatti una corazza di scetticismo degna di San Tommaso. Eppure, dopo lo start, lo slalom sul lungolago non si è più arrestato. Uno, due, tre paletti saltati. E non era la solita gimkana che ci accompagna da anni tra piazza Matteotti e i giardini a lago. Il 2 maggio è stato pubblicato il bando per la riapertura temporanea, poi aggiudicato (il 13) al ticket Consorzio Como Turistica-Amici di Como, con il supporto di enti, associazioni e sponsor privati. Il tempo di avere il via libera definitivo da Sacaim, 22 giorni lavorativi di cantiere e il 5 luglio è stato inaugurato il primo lotto, giusto in tempo per il clou della stagione estiva. In queste settimane l’opera è stata perfezionata con il collegamento fino ai giardini a lago e un nuovo e più dignitoso accesso alla biglietteria e all’imbarco della Navigazione.
Grazie, arrivederci, ce ne andiamo anche noi in vacanza? Niente affatto. Lunedì una graditissima sorpresa (anticipata appena di poche ore da un’intervista di Lucini e realizzata anch’essa in tandem con gli Amici di Como): di primo mattino gli operai hanno cominciato a smantellare l’orribile palizzata in legno che va da piazza Cavour a Sant’Agostino, simbolo opprimente - secondo solo al muro del 2009 - di un cantiere che si trascina ormai per la sesta estate consecutiva. E sempre l’altro ieri è arrivata da Maroni la conferma dell’impegno a stanziare i 5 milioni necessari per il rush finale del progetto paratie, che ha fugato i timori di un nuovo stop per l’inchiesta della Corte dei Conti.
A raccontarla si fa mattina, ma è necessario. Dà il senso di un’epopea che ci accompagna da anni e che vive proprio in questi giorni un momento storico di svolta, anche simbolico: Como, i comaschi e i turisti si sono finalmente riappropriati del lungolago.
La passeggiata ex Zambrotta e le grate al posto della palizzata saranno pure opere temporanee, ma ci regalano ottimismo e un po’ di respiro in questi giorni d’afa. Oltre a restituirci la vista (e che vista!) del nostro elemento naturale: il lago.
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