Andare avanti con il rischio di sprecare altre decine di milioni di euro o fermarsi qui limitando i danni? Proseguire il cantiere paratie con la prospettiva di avere ancora inagibile per molti anni il lungolago più bello del mondo o dire basta una volte per tutte a questa operazione nata male e sviluppata peggio?
Il dubbio sorge spontaneo dopo aver letto la relazione finale dell’Autorità anticorruzione e trasmessa al Comune di Como. Ieri il sindaco Mario Lucini ha spiegato che vuole andare avanti perché lo considera il bene della città. Proposta: non è meglio fermarsi qui? Allargando e abbellendo la passeggiata a lago?
Spieghiamo meglio un’idea che circola da tempo tra i cittadini comaschi ormai arcistufi di vedere il lungolago ridotto a uno squallido cantiere nel tratto da piazza Cavour a Sant’Agostino.
L’operazione paratie è viziata fin dall’origine: non fu pensata perché ce ne era bisogno ma solo per non perdere i finanziamenti della legge Valtellina, circa 12-13 milioni di euro.
La condizione per avere quei soldi era di approvare un progetto di sistemazione del lungolago che prevedesse anche opere idrauliche per il contenimento del lago. Da qui è nato tutto il pasticcio. Il risultato è che il cantiere aperto nel 2008 è ancora lì e non si sa quando potrà essere concluso. E di soldi ne sono già stati spesi 11-12 milioni ma nel frattempo il preventivo è schizzato a 33 milioni di euro con concreta possibilità di ulteriore lievitazione.
Davanti a queste due conseguenze la gente normale pensa che sbagliare è stato diabolico, perché lo si è fortemente voluto, e che proseguire è un accanimento terapeutico che fa solo altro male alla città. Così per strada e nei bar si sente spesso dire che forse è meglio “muccarla lì”. Finirla con queste paratie. Di soldi ne sono già andati giù parecchi per la scala.
Idea semplice che il sindaco Lucini potrebbe condividere visto che quando era all’opposizione contestava convintamente e con valide motivazioni il progetto delle paratie. Idea facile da apprezzare se solo si osserva che cosa è stato fatto dagli “Amici di Como” nell’altro tratto del lungolago. Un intervento, provvisorio solo per definizione, realizzato con poche centinaia di migliaia di euro e a tempo record, circa due mesi di lavori.
La proposta è di disdire il contratto con Sacaim, abbandonare definitivamente la soluzione delle paratie, cioè delle opere idrauliche, e varare velocemente un progetto che si limiti a prevedere l’allargamento e l’abbellimento della passeggiata a lago.
I ragionamenti del sindaco e del Comune sono condizionati dalla volontà di non incorrere negli strali della Corte dei Conti e forse della Procura. Ma la proposta di fermare tutto è nella stessa relazione finale dell’Anticorruzione: «... sarebbe dovuta conseguire la risoluzione del contratto, la rivisitazione del progetto e un nuovo affidamento».
Sempre l’Anticorruzione afferma che «Sull’opera (allo stato non funzionale neppure in parte) continuano inoltre a gravare incognite in termini di “costo” e “tempi” di ultimazione».
Non sarebbe allora possibile chiedere un confronto con l’Anticorruzione, la Regione, la stessa Corte dei Conti e chi altro ha voce in capitolo e proporre lo stop al progetto paratie? Andare avanti comporta rischi di ulteriore aumento dei costi e di anni di lavori con il lungolago inagibile. L’alternativa è molto più conveniente: con uno o due milioni di euro, peraltro già previsti nel conteggio dei costi fatto finora, si sistema la passeggiata a lago e il tutto è realizzabile in un anno. Non è questo il bene della città? Non si può sognare di avere il lungolago finito per la prossima estate?
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