Il Novecento è il secolo delle ideologie da cui si sono originati i grandi totalitarismi.
Dopo il crollo del comunismo, in Occidente si è diffusa la tesi del tramonto delle ideologie ma la Storia ha dimostrato che il capitalismo ha smesso di essere solo un sistema economico e, in modo silente e pervasivo, è riuscito ad imporre un proprio ethos e un proprio sistema di valori.
Il capitalismo, infatti, ha dispiegato in modo portentoso il suo potere uniformante omologando i costumi e gli abiti mentali di interi popoli, pur distanti per
cultura e tradizioni, imponendo loro stessi consumi, aspirazioni e stili di di vita. Da tempo immemorabile le democrazie occidentali si baloccano nell’illusione di poter coesistere armonicamente con i dettami del capitalismo. I liberisti professano la mirabile tesi secondo cui il capitalismo conduce “naturaliter” alla democrazia.
La Cina, tuttavia, è la riprova che ci può essere libertà di iniziativa economica senza altre libertà. Naturalmente, per gli assertori del liberismo, i diritti civili sono solo un dettaglio. Piaccia o no, l’imperativo del capitalismo resta il profitto. Al capitalismo non serve il cittadino pensante ma il cittadino consumatore (”homo consumens”, come dice Bauman). La mistica del danaro nasce da questa necessità di far assurgere il cittadino al ruolo di consumatore così da farlo sentire parte del “sistema”: meglio sbagliare in tanti che non avere ragione da soli.
Mentre il conformismo delle dittature si fonda sulla paura dello Stato, il conformismo delle democrazie capitalistiche si fonda sulla paura della società. Consumismo e conformismo sono, pertanto, le forme capziosamente evolute di una nuova ideologia che ha surrogato le vecchie, fagocitandole. Oggi, come in passato, le masse sono educate a non pensare. Il “popolo sovrano” resta solo una dozzinale mistificazione.
Anche il nostro paese non si sottrae a questa regola. L’Unità d’Italia, il Fascismo, la Resistenza, l’adesione all’Unione Europea, costituiscono tappe storiche del nostro Paese partorite dalle élite dominanti: non possiamo certamente dire che siano state precedute da movimenti di massa. Abbiamo educato i nostri giovani al consumo illudendoli che ciò sarebbe bastato per renderli liberi. In realtà, essi non sanno cosa sia la vera libertà.
Per questo dovremmo insegnare loro la democrazia, per far capire che la vera, grande libertà per l’uomo resta quella di pensare. Anche se si corre il rischio di avere ragione da soli.
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