Non è una cosa da poco. E non è la solita polemica dei comaschi che non sono mai contenti. Quello dei sacchi e dei bidoni nelle vie del centro storico è un problema vero. E va risolto. In una città che punta a crescere nel settore del turismo, il fattore accoglienza è decisivo. E quale accoglienza ci può essere se all’ora dell’aperitivo ci presentiamo con l’immondizia per strada? Come possiamo pensare di lasciare un pensiero positivo a chi sceglie Como per un weekend, se la regola è quella di ritrovarsi i bidoni dell’umido a due passi dai tavolini di ristoranti e pizzerie?
Così non funziona e non funziona da tempo: lo scorso anno una turista toscana ci inviò persino una sorta di reportage realizzato in città murata. Fu, diciamocelo con franchezza, una figuraccia.
Bene ha fatto il Comune ora ad intervenire, certo si poteva farlo prima perché la sostanza delle problematiche di oggi sono quelle del passato. Colpa degli orari e delle modalità di raccolta? Oppure di commercianti e residenti che espongono il materiale con eccessivo anticipo?
Se il problema è così diffuso qual è ora, viene da pensare che sia necessario, al di là degli appelli, una modifica di tipo organizzativo.
Stabilire come procedere è compito degli addetti ai lavori, una buona traccia, sempre, è quella di prendere spunto dalle città, simili alla nostra, in cui il servizio funziona senza creare tutti questi disagi.
A Varese, ad esempio, la differenziata si fa da molti anni e il servizio è molto articolato. In centro, per limitare l’impatto, sono state predisposte dei punti di raccolta defilati rispetto al flusso dei pedoni. Non è una grande invenzione, ma a volte trovare una mediazione di buon senso aiuta più delle grandi trovate.
L’importante è farsi capire da tutti e ottenere la collaborazione di tutte le categorie direttamente interessate. Giusto pretendere che tutti rispettino le regole, ma quest’ultimo devono essere chiare, ragionevoli, il più possibile confezionate a misura delle esigenze dei cittadini.
Senza tirare in ballo il progetto delle isole ecologiche interrate che altrove è realtà ma la cui realizzazione richiede tempi lunghi e investimenti cospicui, si potrebbe immaginare ad esempio tutta una serie di servizi speciali dedicati alle zone di maggiore rilievo.
Cominciamo a sperimentare un’attenzione speciale al salotto cittadino, poi un passo per volta si penserà al resto dell’abitazione.
Mettere sullo stesso piano piazza Duomo e l’estrema periferia è un esercizio di demagogia perché sì certo tutti i cittadini hanno diritto allo stesso servizio ma in alcune zone della città è giusto che via sia una cura particolare. In alcuni ambiti del centro prima o poi bisognerà porsi l’obiettivo di organizzare un servizio in cui il tempo di permanenza dei rifiuti in strada sia limitato a pochi minuti. Va così in tutte le città turistiche, nelle metropoli come nei borghi dove la cura dei siti di maggiore rilievo è talvolta quasi maniacale.
Nell’arco di pochi anni Como si è trasformata. La presenza dei turisti è oggi un elemento costante, condiziona, o dovrebbe condizionare, tanto la vita della città quanto il pensiero degli amministratori. Anche sulla questione differenziata.
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