Ma possibile che solo in Italia si debba soffrire così tanto per iniziare qualcosa, sperando poi di portarlo a termine?
Me lo chiedo sin dal lontano 1996 (data di fondazione del Comitato), da quando ho cominciato a seguire le vicende - complesse e francamente a volte inspiegabili - relative alle diverse varianti che hanno costellato il nostro territorio (Cremia-Dongo, le due varianti di Menaggio e la Valsolda, oggi la Tremezzina). Certo, il vecchio adagio “chi va piano, va sano e va lontano” è sempre in auge, purché però si vada tutti nella stessa direzione. Abbiamo un lungo elenco di esempi poco edificanti: in Valsolda, ad esempio, la vicenda galleria ha assunto connotati anche grotteschi, negli anni.
Certo, alzarsi ogni mattina e sapere che lungo la statale 36 le auto sfrecciano (nonostante i nuovi limiti di velocità), mentre lungo la Regina cittadini e residenti si logorano tra code e smog non è un buon modo per iniziare la giornata. Tornando all’attualità, se quello della Soprintedenza è davvero un sì, allora perché aspettare altri mesi? Quale altro fondamentale accorgimento - mi chiedo - bisogna inserire nel tracciato? Non c’è dubbio che sono amareggiato - e come me moltissima gente lo è - per questo nuovo rinvio.
Non vorrei che questa nuova “limatina” per perfezionare il percorso, fosse la strategia del “prendere il nemico per sfinimento”. Beh se così fosse ci si sbaglierebbe di grosso.
Noi che a buon diritto ci riteniamo i primi difensori dell’ambiente lariano (lo abbiamo dimostrato in più occasioni) chiediamo a tutte le parti di tenere conto della pazienza dei cittadini. A tutto c’è un limite. E lo dico in maniera molto serena. La gente è stufa di aspettare, stufa di dover assistere a rinvii, richieste di migliorie ad un progetto che pensavamo di conoscere anche nei particolari più intimi e di un “sì” che sembra a portata, ma che poi puntualmente si allontana. Mi chiedo ancora: perché la Soprintendenza - che pur farà il suo lavoro - non dà l’ok al progetto, chiedendo di inserire eventuali modifiche a margine del progetto definitivo? Sarebbe una soluzione dettata dal buonsenso. Mi verrebbe anche da dire che i 300 metri “a cielo aperto” in corrispondenza di Bonzanigo non sono comparsi dall’oggi al domani. Concludo con una domanda: il Governo non ha il potere di intervenire per risolvere la questione definitivamente? In pratica, se si va di tre mesi in tre mesi - ad andar bene - perché non porre fine alle sofferenze attraverso il ben noto “provvedimento di alta amministrazione” che da più parti si invoca?
Il “Comitato Pro Statale Regina” è pronto a farsi sentire da più parti. Lo abbiamo sempre fatto, in maniera civile, ma energica. Oggi chiediamo certezze, sui tempi per il nullaosta definitivo e sulle modalità che caratterizzeranno la marcia di avvicinamento alla posa della prima pietra. Noi ci crediamo. Ci abbiamo sempre creduto. L’importante è che davvero si vada tutti nella stessa direzione.
* Presidente Comitato Pro Statale Regina© RIPRODUZIONE RISERVATA