Con interesse ho letto gli articoli degli ultimi mesi con cui La Provincia ha portato al centro dell’attenzione il problema del lungolago. Fin dal primo giorno ho provveduto a sottoscrivere la cartolina che ho consegnato al centro di raccolta.
È giusto chiedere che a livello nazionale si intervenga. Sì, perché purtroppo la confusione dei progetti, delle contestazioni di questi anni e infine i rigorosi controlli dell’anticorruzione stanno impedendo di trovare una normale soluzione.
Avete ben fatto a ricostruire come si è sviluppata questa incredibile vicenda. Si è partiti a discutere del progetto dal 1995.
Altrettanto giusto è stato a ricordare nell’articolo di sabato 28 maggio che «il lago va in piazza già dal 1463». Mi sembra che la prima grande esondazione coincida con la costruzione del Ponte Visconteo a Lecco.
Infatti è noto che il problema delle esondazioni è legato alla quantità di acque che il bacino del lago con tutte le sue valli raccoglie e che non può defluire da Lecco. Una buona regolamentazione dei flussi aiuta in molti casi. Ma in casi eccezionali, ho sempre vissuto in riva al lago, con darsena e barche in acqua, il lago si alza di 40-50 centimetri al giorno. Di due metri e più in pochi giorni.
È vero, capita ogni 5-10-20 anni. Ma è accaduto e continuerà ad accadere. Quest’anno non promette niente di positivo!
Studiare una soluzione per le acque alte è quindi necessario checché ne dicano alcuni importanti cittadini che nei mesi scorsi hanno fatto dichiarazioni come se questo problema fosse superato.
Personalmente sono arrivato almeno varie volte in barca in città, una volta addirittura al Bar Argentino o ai portici Plinio. Mio nonno mi aveva ricordato quando entrò in Duomo in barca con i banchi che si muovevano.
Critiche ai progetti sviluppati, fin dal primo progetto Majoni-Terragni, è giusto farne. Non ho mai capito perché non abbiano previsto la costruzione di parcheggi interrati nel fronte lago, almeno nella zona di Lungo Lario Trento e di Sant’Agostino. Mi domando come abbiano fatto a Lucerna, Zurigo, Ginevra per non andare troppo lontano a superare gli stessi problemi idraulici e addirittura creare il parcheggio degli autobus interrati. A costo di un ulteriore ritardo forse si potrebbe ancora intervenire.
Le ultime proposte di paratie da inserire manualmente in caso di emergenza sono la soluzione più pratica. È già in uso in molte zone del Nord Europa per esempio lungo il Reno e l’Elba.
Leggo infine del nuovo progetto viabilità. Nonostante le critiche apprezzo quanto è stato fatto fino ad oggi ed ho letto con interesse l’articolo di Clemente Tajana sull’operato dei sindaci Gelpi, Spallino e Botta. Ma aggiungiamo anche l’attuale Sindaco tra le citazioni positive. Di Bruni devo purtroppo ricordare la demolizione di Ticosa con i fuochi d’artificio, uno dei tanti disastri da non dimenticare, soprattutto pensando a quanti comaschi hanno partecipato ai festeggiamenti.
Un inciso: a mio modesto parere i piani regolatori dovrebbero essere stesi da professionisti venuti da fuori, da lontano. I risultati di Ticosa, ex ospedale Sant’Anna, autosilo Val Mulini, area San Martino, confusione Università diffusa, fino all’odierno problema lungolago sono una dimostrazione evidente.
Continuate, come state facendo, a scrivere del problema lungolago e non solo. Stimolate un dibattito ancora più attivo. Cerchiamo di ottenere un intervento che sblocchi l’attuale situazione di stallo. Ma non è sicuramente solo con la soluzione lungolago e paratie di protezione che si rilancerà la città di Como.
* presidente della Taroni Spa© RIPRODUZIONE RISERVATA