Negozianti e Comune:
più idee, non scontri

Per una volta l’aggettivo “storico” non è usato a proposito. Una serrata dei negozi del centro per contestare la limitazione del traffico in una parte del centro di Como, ha un solo precedente e risale a 46 anni fa. Molti commercianti comaschi hanno la legittima preoccupazione che la ztl in piazza Roma determini un calo della clientela. Non si tratta di un timore campato per aria perché chi lavora fronte strada tocca con mano quanto, di frequente, anche un posto auto in più davanti alla vetrina possa tradursi in un piccolo aumento del fatturato. È del tutto evidente, quindi, che l’intervento avviato questa mattina possa avere ripercussioni concrete sulle attività localizzate nelle vicinanze anche perché, accanto alla ztl, è prevista la soppressione dei posti blu di piazza Grimoldi e via Rodari.

Ciò detto, giusto per essere franchi, sarebbe il caso di sgomberare il confronto da alcuni falsi miti. Primo, la crisi delle piccole attività commerciali non inizia ora e non è certo legata, in primis, alle scelte del sindaco Lucini. I negozi pagano la flessione dei consumi nazionali tanto è vero che anche la grande distribuzione, che ha abbondanza di parcheggi gratuiti, soffre cali importanti delle vendite. Seconda bufala in circolazione, non è vero che negli ultimi anni il numero di posti auto limitrofi al centro sia diminuito. Il saldo, anche tenendo conto delle piazze Roma e Grimoldi, è positivo e questo perché è stato aperto l’autosilo di viale Lecco (realizzato da un privato in collaborazione con una giunta di centrodestra).

In questi giorni tra commercianti e amministrazione sembra profilarsi un confronto più di pancia che di testa. Uno strilla, l’altro replica a muso duro. Bene parlare chiaro ma sarebbe cosa saggia se le due parti si sedessero intorno a un tavolo e iniziassero a ragionare di cose concrete. Chi gioca per lo scontro a prescindere non aiuta a risolvere i problemi, non fa il bene della città. Qualche proposta? Vista l’indisponibilità dell’area Ticosa, Comune e Confcommercio potrebbero lavorare insieme per verificare l’eventuale utilizzo di aree pubbliche e private nelle vicinanze del centro. C’è il comparto comunale dell’ex orfanotrofio tra via Grossi e via Dante che potrebbe entrare in gioco. C’è, sempre in via Dante, l’area del Valduce che, ovviamente trattando le condizioni con la proprietà, potrebbe essere utilizzata nel fine settimana. E poi ci sono aree più piccole ma in posizione altrettanto strategica come ad esempio il piazzale davanti alla sede del Genio civile. Ma ci sono molti altri interventi che possono essere assunti in una fase di emergenza qual è l’attuale. Nell’attesa ovviamente che prendano corpo i progetti per costruire nuovi autosili, il primo già ipotizzato nell’area di viale Varese lungo le mura.

Le ipotesi di lavoro sono numerose e ci sono tutti i presupposti per iniziare un percorso di lavoro insieme. Con una segnaletica adeguata c’è modo di recuperare un pacchetto di parcheggi notevolmente superiore a quelli che verranno soppressi questa mattina. Certo, ci si poteva pensare prima e hanno ragione i commercianti quando pretendono di partecipare alle scelte che toccano da vicino la loro attività. Ma d’altro canto è poco ragionevole pretendere che l’amministrazione metta il provvedimento nel cassetto e non ci pensi più. I commercianti hanno buone ragioni da far valere in questo come in altri frangenti della vita cittadina ma è pur vero che si tratta di una parte e che i bisogni di Como non possono essere valutati solo dal loro punto di vista.

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