Non c’è soltanto
il lago di Como

Rileggere Stendhal per capire dove sta andando il turismo tra il Lario e la Brianza, se si stanno compiendo scelte giuste oppure no, e come fare a tirare fuori l’anima dei nostri luoghi per renderla riconoscibile e amabile agli occhi degli stranieri. Follia? Se si è raggiunta la consapevolezza che la “customer satisfaction”, la soddisfazione del cliente, sia centrale per il successo di qualsiasi servizio, non si può pensare che non conti nulla l’opinione del più appassionato turista che il nostro territorio abbia conosciuto. L’autore de “Il rosso e il nero”, per l’appunto. Che così scrisse in un’estate di quasi 100 anni fa (1818): «Ci imbarchiamo per l’isola del lago di Pusiano. È più grande di quanto credessimo; è piattamente coltivata senza alcun ornamento. Al centro c’è un rialzo sostenuto da muri. Luoghi così belli in mano a ricchi borghesi sarebbero sistemati all’inglese e diventerebbero incantevoli...». Verrebbe voglia di re-invitarlo oggi, sì, proprio oggi, per farlo ricredere. Oggi che quell’isola, in mano a ricchi borghesi, ha non solo un bellissimo prato all’inglese, ma è un’oasi in cui si interseca la presenza della natura (dai pavoni ai wallaby, piccoli canguri) con quella dell’uomo (dall’antica darsena alla più recente casa sull’albero). E proprio oggi - anzi, domani mattina - l’Isola dei Cipressi, così è chiamata in virtù dei più maestosi tra i suoi alberi, torna ad essere calcata da stranieri dediti alle muse: alcuni degli oltre 50 musicisti che partecipano alla due giorni del Buscadero Day, tra i quali Bocephus King, uno dei pochi ad essersi meritato l’etichetta di “nuovo Dylan”, e Chris Jagger, il fratello più folk della “pietra rotolante” Mick.

L’abbiamo presa larga, per sottolineare che in questa estate comasca qualcosa di nuovo e interessante sta davvero succedendo sotto il profilo turistico e culturale. Qualcosa che va colto e incentivato. Se, da una parte, attorno al comune capoluogo si sono moltiplicate iniziative di ampio respiro che ne hanno motivato la candidatura a “Capitale italiana della cultura” per gli anni 2016/2017, dall’altra vi sono piccole realtà che stanno riscoprendo la loro grande anima. E, nel momento in cui le Province vanno a tramontare, appare più che mai necessario un coordinamento tra la città e questi piccoli gioielli sparsi sul territorio, se si vuole motivare i turisti a rimanere un poco più a lungo (2,6 la media dei pernottamenti nel 2014) nelle nostre zone, per scoprire tanti anfratti ricchi di storia e poesia (ma anche, in senso letterale, di narrativa, cinema, musica, architettura e archeologia... industriale e non). Pusiano, che per due giorni vedrà passare più musicisti e pubblico di quanti non siano i suoi abitanti (1345) è un esempio di come si possano catalizzare energie e risorse attorno a un’idea (e a un’identità territoriale). E non è sola in questo cammino: si pensi a Brunate (1800 anime), che ha ospitato due incontri di ParoLario in tema con il suo paesaggio e la sua storia e venerdì prossimo, nell’ambito del Lake Como Film Festival, riceverà il regista Gianfranco Pannone per presentare il suo film “Sul Vulcano”, con Toni Servillo e Iaia Forte, dedicato a un monte ancor più mitico, il Vesuvio. Del resto anche Tremezzo ha poco meno di 1300 abitanti e nel 1932 bastava evocarne il nome, a Greta Garbo in “gran Hotel”, per significare bellezza. E la “Divina” sognava di trascorre lì ben più di un paio di notti: «Un mese a Tremezzo! Voglio sentirmi ancora una donna, una vita semplice, fra tanta pace: tanta felicità: tanta felicità!».

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