È noto che gli unici a riuscire a sbandare nei parcheggi sono gli amministratori comunali. Perché, si sa, i posteggi nelle città non sono mai abbastanza, specie nel caso in cui non si paghi. E quando arrivano le tariffe magari finiscono per essercene d’avanzo. Ma sborsare quattrini per lasciare l’auto (anche cifre minime) è una delle cose più fastidiose per i cittadini. Diciamola tutta: quella dei parcheggi è una faccenda davvero molto sdrucciolevole e quando le amministrazioni comunali sbandano qualche ragione c’è. Se poi ci mettono del loro, la derapata rischia di avere conseguenze nefaste per la tenuta politica stessa degli assetti istituzionali. A Como lo sanno bene. Dopo il blitz di agosto sulle tariffe dei parcheggi blu messo in atto dal dirigente del settore Mobilità di palazzo Cernezzi , Pierantonio Lorini, all’insaputa (questa la verità ufficiale a cui bisogna attenersi) dello stesso assessore competente Daniela Gerosa, la giunta Lucini è sembrata viaggiare su quei “taboga” che si vedevano tanti anni fa alle fiere di Pasqua.
Forse anche per questo, il quarto sindaco più popolare d’Italia e i suoi assessori hanno deciso di mettere le gomme da neve all’amministrazione comunale sul tema parcheggi per non correre il rischio di sbagliare manovra. Non si può leggere in maniera diversa quanto deciso ieri dalla Giunta: l’idea di introdurre la gratuità dei posti blu in alcune fasce orarie (la più gettonata sembra essere quella 12-14 per la pausa pranzo) e la domenica e soprattutto la volontà di introdurre sul tema parcheggi una sorta di concertazione permanente con la città, attraverso alcuni suoi rappresentanti, scelti peraltro anche tra i soggetti più critici nei confronti della politica sui parcheggi avviata dall’amministrazione dopo l’allargamento della zona a traffico limitato. Non si sa quanto abbia pesato, su questa decisione, il metodo non sempre opportuno utilizzato dalla giunta durante l’iter di quest’ultimo provvedimento che ha suscitato una reazione furibonda dei commercianti che ancora non si è placata e potrebbe essere incanalata, in sede politico-amministrativa, in un referendum sull’ampliamento della zona senz’auto in città che, pur di carattere solo consultivo, rischia di trasformarsi in una questione spinossima per l’intero pacchetto di provvedimenti viabilisticai, ma potrebbe anche essere un’occasione di legittimazione popolare. Ben venga perciò la politica dell’ascolto, fatto salvo il potere decisionale che spetta poi in maniera esclusiva all’amministrazione.
Resta ancora sospeso, però, il nodo delle tariffe. Qui va detto siamo al processo alle intenzioni. Ma dato che, come si sa, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, appare difficile scacciare quella vocina che circola da tempo e annuncia un rientro dalla porta di quegli aumenti agostani sui posti blu vecchi e nuovi decisi dal dirigente Lorini. Se fosse questa l’intenzione della giunta, del tutto legittima e magari anche giustificata dall’esigenza di far tornare i conti di palazzo Cernezzi, sarebbe però difficile non considerare una presa in giro nei confronti dei cittadini tutta la manfrina di agosto sul blitz dei rincari e il contro blitz del ripristino tariffario. Comunque chi vivrà vedrà. E nel frattempo concerterà.
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