Pregare fa bene
parola di medico

Si è molto sorriso della Misericordina, il farmaco salvavita contenente un piccolo rosario che papa Bergoglio ha distribuito in piazza San Pietro domenica scorsa in ventimila confezioni, garantendo che «fa tanto bene» e che, per questo, andrebbe assunta regolarmente.

In realtà, al di là dei sorrisi, papa Francesco ha raccontato una verità ormai assodata anche per la scienza. Che la religione faccia bene al cuore è un dato di fatto, certificato da decine di studi scientifici condotti negli ultimi anni su campioni di pazienti religiosi e di pazienti agnostici, o quantomeno più distanti dalla fede, da Dio, dalle sacre letture e dalle religioni in genere.

Stili di vita differenti a confronto in gruppi omogenei di persone: da una parte i fedeli, che pregano e frequentano una parrocchia, dall’altra chi non lo fa, chi conduce un’esistenza più “dissoluta”, lontana dalla fede.

Gli esiti di queste ricerche, registrati negli ultimi anni, sono stati per certi versi sorprendenti: è risultato che la fede garantisce una aspettativa di vita in media superiore di sette, otto anni.

Qualcuno potrà obiettare che si tratta di un “premio” che il Signore garantisce ai suoi figli migliori, ma in realtà la differenza lo fa lo stile di vita, che tra i credenti è generalmente improntato, con le rituali eccezioni che confermano la regola, a criteri di maggior rigore. Per esempio: nessuna droga, poco alcol, niente fumo.

Nelle comunità religiose l’incidenza di malattie cardiovascolari, e di conseguenza della mortalità, è quindi di gran lunga più bassa. Vita più sana, vita più lunga. Ma non solo.

C’è anche da considerare l’aspetto fondamentale del benessere psicologico che può derivare dalla capacità di mettersi in contatto con Dio, di trovare in Lui conforto e ristoro di fronte alle difficoltà della vita di tutti i giorni.

La depressione, il cosiddetto “male oscuro”, è uno dei malanni in assoluto più diffusi nella nostra società. Così, conferire un senso più “alto” alla nostra permanenza sulla terra attraverso la partecipazione religiosa, alla fede, consente anche di superare sindromi psicologiche collegate in maniera strettissima - e anche questo è un dato comprovato scientificamente - a una più elevata incidenza di malattie del cuore.

In altre parole, credere significa garantirsi un livello più alto di felicità e di serenità, traendone in cambio una sorta di “protezione” che non è soltanto divina, ma anche e sicuramente biologica.

Certo, un peso in tutto questo lo avrà pure la protezione che il Signore accorderà a chi più fermamente creda in lui, ma davvero il gesto di papa Francesco è da considerarsi tutto meno che un gesto di facciata. Dategli ascolto, assumete la sua ”Misericordina”. E senz’altro vivrete più a lungo.

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