Succede che in centro non tutti abbiano la fortuna di disporre di un box, figurarsi di due. Fino a una quindicina di anni fa il problema non era un problema, almeno non del tutto. Consumando un piccolo extra di benzina e spendendo una decina di minuti in più a zonzo, un posto libero si finiva per trovarlo, di quelli buoni anche per lasciarci l'auto tutto il weekend. Erano i tempi belli delle strisce bianche, opere pittoriche di cui a stento qualcuno conserva memoria. Indicavano i parcheggi gratuiti, quelli di tutti e per tutti.
Nel tempo un po' di cose sono cambiate: attorno alla metà degli anni Novanta si cominciò a parlare di turismo e di città turistica, e della necessità di garantire una maggiore turnazione, per evitare appunto che il fortunato di turno trovasse il suo "stallo" ideale e scollinasse il fine settimane senza sborsare un centesimo, comodo e assopito sul divano. Fu allora che nacquero le prime strisce blu, colore che nel tempo divenne quasi proverbiale, sinonimo di balzello. Per sostare in quegli spazi occorreva pagare e, passato un periodo di rodaggio relativamente sereno (nel senso che nessuno pagava mai e che i vigili di rado multavano), una mente perversa e diabolica concepì la figura del vice vigile, o dell'ausiliario della sosta, in altre parole dell'omino che, con l'uniforme scura di Csu, verificava (e verifica) che i nostri cruscotti fossero in grado di esibire l'inviso tagliando. Un dato che ci dica quanto Csu abbia incassato nei primi mesi della sua attività non è disponibile - almeno non in tempi compatibili con la chiusura del giornale - ma è garantito che le multe rifilate a chi ignorava i parcometri fecero guadagnare al Comune parecchie centinaia di milioni (c'erano ancora le lire). Poi la città si accorse e alla terza multa si adeguò (a chi scrive ne servirono una ventina, ma tant'é).
Oggi posteggiare senza pagare è una chimera. O hai un parcheggio o paghi. Ci sono due tipologie di abbonamento. Una che, per una cifra più contenuta, consente di sostare per tutto l'anno sugli spazi blu senza sfamare i parcometri (ma anche senza avere garanzia di trovare un posto libero), e una che, a un prezzo decisamente maggiore, garantisce la sosta illimitata sugli stalli gialli, quelli riservati ai residenti in via esclusiva. Sono tanti i comaschi interessati a quanto accadrà questa sera in consiglio comunale: la proposta è quella di resettare tutto, di togliere gli abbonamenti a chi ne è titolare da anni, e di accendere un briciolo di speranza nei comaschi che si ritrovano, pure loro da anni, prigionieri di una lista d'attesa che non si accorcia mai, un elenco di comaschi che sognano le domeniche in poltrona dei loro vicini più fortunati, quelli che non devono scendere ogni due ore a difendersi dall'ausiliare. I primi diranno che non è giusto, gli altri applaudiranno. Ma questa volta, forse l'assessore Molinari ha ragione. È una questione di equità.
Stefano Ferrari
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