Da gennaio saranno introdotte tre ulteriori frazioni: i sacchi diventeranno cinque, per l'umido, per la carta e il cartone, per la plastica, per il vetro e per le lattine, per la cosiddetta frazione secca, cioè l'indifferenziata. Le vecchie campane del vetro all'angolo sotto casa (frequentatissime in orario serale, con conseguente concerto di vetri in frantumi) saranno definitivamente accantonate, mentre - nodo cruciale nonché tema delicatissimo - i comaschi dovrebbero anche poter apprezzare un incremento della pulizia delle strade, conseguenza di un potenziamento del numero di uomini e mezzi in circolazione.
Sul bando, e su una delle tre domande presentate, quella della Tradeco di Altamura (Ba), si allungano già spettri sgraditissimi, prima delle tante grane cui la nuova amministrazione dovrà mettere mano (ne diamo conto a pagina 23). Ma prima ancora che un fatto di pulizia, la gestione dei rifiuti è una questione che riguarda il presente e il futuro di tutti noi. Il mondo, e l'Italia più di altri Paesi, fatica enormemente a liberarsi dei propri "scarti". Il Belpaese è costellato, dalle Alpi alla Sicilia, di discariche "fredde", luoghi in cui l'immondizia viene semplicemente depositata fino all'esaurimento di uno scavo generalmente immane che alla fine sarà ricoperto con una colata di terra, come si farebbe con un vecchio reattore nucleare scassato.
Dal punto di vista energetico le potenzialità dei nostri rifiuti sono immense. Lo hanno capito in tanti, ma ancora non tutti, come dimostra la vicenda del povero Vincenzo Cenname, ormai ex sindaco di un piccolo Comune de Casertano diventato paradigma della nostra totale mancanza di cultura ecologica. In pochi mesi, questo giovane ingegnere ambientale di belle speranze e tante idee, era riuscito a trasformare il suo paesiello in un sobborgo del Canton Uri, un villaggio perfetto illuminato da lampade a basso impatto energetico con i pannolini lavabili negli asili e con una moneta, l'eco euro, con cui venivano ricompensati i bambini che portavano a scuola i vetri da riciclare. La storia dell'ingegner Cenname e del suo Comune è finita male. La Regione Campania ha deciso di affidare la raccolta dei rifiuti non più ai comuni ma alle province facendolo molto arrabbiare. Il prefetto ha finito per segnalare il suo caso a Roma. Risultato: consiglio comunale sciolto e commissariato, con l'eco-euro, i pannolini e le luci a basso impatto energetico. È da questa Italia che occorre stare alla larga, da un Paese e da una classe dirigente che, tra gli altri difetti, non ha a cuore il futuro del pianeta, e in definitiva quello dei nostri figli. Gli 87 milioni che spenderemo nei prossimi sette anni andranno investiti con criterio e, soprattutto, in un'azienda al di sopra di ogni sospetto.
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