Riceviamo il mondo
su una scala sporca

ringrazio di cuore per aver preso in debita considerazione la squallida situazione nella quale “vive” la giustamente nominata “Scala della Vergogna” alla stazione ferroviaria di Como.

Più volte e in più ambiti ho voluto sottolineare quanto questo incredibile scempio riesca ancora a farsi sopportare dalla pazienza della città; tuttavia appelli, denunce, inviti, solleciti e quanto di civile ed educato si possa operare sono pressoché caduti nell’oblio o nelle finte (false) promesse. La scalinata che dalla stazione Fs di Como S. Giovanni scende verso la città è la Prima Porta d’ingresso in Italia - non solo a Como – per coloro che giungono sul Lario provenendo da un paese che in fatto di accoglienza turistica, insieme a quella monetaria, ne ha fatto la propria bandiera. Sicuri di scendere da un treno per assistere allo spettacolo del lago più bello del mondo, i nostri turisti, ma anche i normalissimi passeggeri, si ritrovano catapultati nella precisa immagine di pressapochismo, incertezza, superficialità, precarietà della quale la nostra amata nazione gode ormai, in piena approvazione, a livello planetario. Pochi passi, prestando grande attenzione a non ruzzolare, ed è immediata la percezione di trovarsi in una città sporca e mal curata. Se l’arrivo avviene di sera o in inverno dopo le 17 si potrebbe pensare di essere caduti in una città sotto coprifuoco e non certo nel luogo che ha dato i natali a colui ha introdotto il pianeta nel mondo della Luce.

Il senso di non sicurezza che si percepisce, a luci fioche, nel percorrere il viale che porta al sottostante crocicchio semaforico è davvero fastidioso. Di giorno - e mi ripeto - lo spettacolo di disdoro al quale si è costretti ad assistere è malinconico e non degno della prima città che si incontra arrivando dal resto d’Europa: cartacce, cestini ricolmi, accampamenti selvaggi di persone dalla dubbia provenienza sotto gli alberi e sulle panchine, barattoli sparsi, bottiglie gettate sotto la scalinata…senso di incuria generale. Nessuno che vigila o controlla. Siamo una città che si sta preparando a vivere il 2015, anno nel quale tutto dovrà magicamente essere pronto ad ospitare il mondo: vogliamo tutti – e l’Amministrazione deve fare i dovuti primi passi in quell’ operazione che doveva essere già compiuta - impegnarci in questo piccolo angolo di accoglienza e renderlo fruibile a chi viene e a chi parte, anche semplicemente per andare a lavorare o a studiare a Milano o a Lugano, in modo che si possa favorevolmente credere che Como e il suo territorio non debbano essere considerati terre in malinconico declino?

prepreoppreèteprepresidente del Festival della Luce

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