Rifiuti, serve
l’impegno di tutti
Rifiuti, serve
l’impegno di tutti

In una lettera inviata in questi giorni a tutti i comaschi, il Comune - nella fattispecie l’assessore Bruno Magatti - si complimenta per i risultati già raggiunti con l’entrata in vigore del nuovo modello di raccolta dei rifiuti, impresa senz’altro non impossibile (ormai si fa nella maggior parte delle città, grandi o piccole, ed era scontato che ce l’avremmo fatta anche noi) ma comunque piuttosto ardimentosa.

Dal prossimo anno, se è vero quel che sostiene Magatti (e al momento non c’è motivo per dubitarne) qualcosina, in termini fiscali, riusciremo anche a risparmiare. Per certi versi è stato, ed è, anche divertente. Gli automezzi e il personale di Aprica - l’azienda che bada alla pulizia del capoluogo - si aggirano lustri e nuovi di zecca come Playmobil, i bidoncini resistono sorprendentemente colorati e allineati come a Goteborg mentre le case dei comaschi si infiammano - tutte, senza eccezioni - di un’agitazione febbrile e permanente che sa anche mettere buonumore.

Del resto nessuno avrebbe mai immaginato di poter intavolare una dissertazione sul corretto smaltimento di un bottone piuttosto che di un vaso di coccio o ancora di un tubetto di colla. Ci sono case molto chic, arredate con precisione hitech e minimalista, che in pochi giorni si sono trasformate in piccole, disordinate piattaforme ecologiche, con gran dispendio di post-it e di avvisi minatori assai, incollati a frigoriferi, mensole, armadietti.

Tutto tornerà al suo posto, perché così funziona: ogni cosa prima o poi cambia e a tutto ci si abitua, così che tra qualche mese di quegli avvisi non ci sarà più bisogno.

Qualche problema, comunque, resta, e non sarà un caso che la stessa amministrazione (ne parliamo a pagina 10) abbia annunciato alcune modifiche in vigore dalla prossima settimana.

I più gravi riguardano le modalità di ritiro, soprattutto in alcune zone ben battute durante la bella stagione. Capita, per esempio, che uno spriz in piazza De Gasperi si debba sorbire, in tutti i sensi, all’ombra di pareti composte da sacchi diligentemente esposti a partire dalle 18, senza che altrettanta sollecitudine sia applicata al ritiro. Non è soltanto questione di aperitivi, se è vero, come è vero, che anche camminare lungo certi marciapiedi del centro in orario di esposizione diventa a volte impossibile. C’è una pagina Facebook intitolata “La spazzafoto - canta la spazza”, che regala scorci di città memorabili. Carrozzine sepolte sotto i cartoni, piramidi di sacchi tra i turisti a San Fedele, e un’immagine di via Milano postata dal consigliere comunale Anna Veronelli, che una decina di giorni fa non trovava più la sua bicicletta, sepolta com’era dai cartoni in via Milano. Tutto questo per dire che i complimenti fanno bene ma che la strada è ancora lunga, e che un pizzico di impegno in più gioverebbe molto. Devono mettercelo tutti: sia quelli che hanno imparato come si fa, e che il Comune ringrazia, sia quelli - una minoranza, per fortuna - che non hanno ancora superato lo scoglio (e che continuano a buttare i sacchetti indifferenziati accanto ai cestini sulla pubblica via), sia infine loro, l’amministrazione e i “Playmobil” di Aprica, che darebbero una mano ulteriore identificando soluzioni plausibili ai troppi problemi legati al ritiro. Cambiare le regole per bar e ristoranti in centro storico potrebbe non bastare. Ci sono problemi identici anche nei quartieri, con qualche bar in meno e tanti passeggini in più.

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