Ditelo con un tweet, ma non basta a rendere tangibile la ripresa. Per questa, serve la vecchia e irrinunciabile realtà. La concretezza delle azioni, quella dimostrata ogni giorno sul campo da tantissime aziende italiane e comasche. E che meriterebbe di essere copiata dal Governo.
Non solo perché è giusto, perché le imprese (e il Paese tutto) ne hanno tremendamente bisogno. Ma perché altrimenti quei segnali positivi che si fanno strada timidamente tra le statistiche, rischiano di essere stritolati sul nascere. E di farci precipitare più a fondo di quanto ricordassimo. Il messaggio forte e chiaro, con il consueto stile spontaneo, senza scorciatoie, è arrivato dal presidente nazionale di Confartigianato Giorgio Merletti ieri e da tanti piccoli imprenditori. Prima dell’assemblea il loro leader ha afferrato un foglio per annunciare l’assenza del ministro Boschi attesa a Expo e sostituita invece da un ministro Martina che ha cercato di rassicurare una folla frizzante.
Torniamo a citare questo episodio, emblematico. Merletti si è affidato a un testo scritto per non bacchettare ancora più duramente, ma sentite le parole: «:Al ministro Boschi va la nostra riprovazione per aver disdetto la sua presenza a meno di 18 ore dall’appuntamento. Abbiamo grande rispetto per le istituzioni ma chiediamo altrettanto rispetto».
Della serie: ciò che facciamo, ciò che mostriamo, lo vogliamo anche indietro.
Ecco perché può essere trasportato, come un rafforzamento ulteriore, nel grido generale che è stato mandato ieri.
Vanno tutti bene? Non è vero. Tutti male, allora? Nemmeno. Raccogliendo diverse voci, anche dello stesso settore, si incontrano storie diverse. Ma con alcune precisazioni.
Primo, chi sta avvertendo la ripresa, non deve dire grazie a nessuno, se non al suo duro lavoro. E avrebbe il diritto di tirare le orecchie a un mondo, quello politico, che non mostra la stessa dedizione per rendere migliore la vita alle aziende e ai dipendenti. Chi ancora soffre, non molla la presa e meriterebbe rispetto a maggior ragione, perché neanche ha il conforto dei conti.
Sì, Martina ha ribadito che in 15 mesi non si può fare tutto, e già molto si è costruito. La platea all’inizio fiammeggiante, non gli ha negato gli applausi e Merletti l’ha ringraziato.
Ma ci sono ancora molte azioni da compiere e non nei prossimi 15 mesi, bensì adesso.
Quello che ha detto senza mezzi termini Confartigianato è che non fa primavera, non basta un tweet pieno di entusiasmo o antigufi (certo non sono gufi gli artigiani che hanno scelto di incontrarsi fieramente a Expo) per aiutare la ripresa. Che importante è comunicare, ma con la stessa - o maggiore, meglio ancora - foga bisogna mettere un mattone sopra l’altro.
Come un’altra suggestiva e realistica immagine sentita ieri dal presidente nazionale: «La rete di cui siamo protagonisti non è quella virtuale di Internet, è quella vera dell’ascolto delle imprese, delle relazioni».
La realtà è l’Esposizione universale, portata a termine contro ogni disfattismo. È l’azienda che chiude. E in mezzo tutti coloro che continuano a combattere ogni giorno. Non a colpi di Tweet.
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