Ripulire il faro
un dovere culturale

Il faro di Brunate appartiene all’educazione sentimentale di ogni comasco e della provincia lariana. È un fatto, questo, assodato. Non si tratta soltanto di uno dei simboli del lago di Como. È un punto di riferimento visibile da molte parti della Lombardia. Si vede anche dal Sacro Monte di Varese nelle sere d’estate quando vengono allestiti gli spettacoli. O sul tetto del Duomo di Milano da cui la sua luce si distingue nitidamente nei fasci tricolore della bandiera nazionale.

Inoltre non si tratta di un monumento qualsiasi. È una delle espressioni più significative del Razionalismo e del periodo in cui la nostra città è stato un grande laboratorio di quel movimento culturale di grande civiltà e libertà creativa.

L’anno di costruzione non fu certo casuale. Era il 1927 e si volle celebrare il centenario della scomparsa di Alessandro Volta con una grande opera pubblica in suo onore.

Il disegno del faro fu realizzato infatti dall’ingegner Gabriele Giussani a cui si deve la scelta del monte sopra Brunate, come luogo più adatto, perché posto a strapiombo su Como e visibile non solo dal lago, ma anche dalla Pianura padana e dalla Brianza. Il progettista fu tra l’altro molto legato al paese in cui è stato collocato. Il padre dell’attrice nata a Brunate Mara Berni partecipò inoltre alla sua costruzione. Curiosità, certo, ma utili a comprendere la posta in palio perché la fungaia di antenne spuntata in cima al faro è una vera e propria offesa a uno dei simboli del patrimonio comasco.

Bene quindi ha fatto il sindaco Mario Lucini a impegnarsi sulla rimozione degli impianti. Si poteva provvedere prima, utili sono state prima la segnalazione di un lettore e poi la denuncia del nostro giornale. Lo stesso meccanismo qualche anno fa, è valso a bonificare dalle antenne il Baradello e a salvare Como dallo scempio del muro lungo il lago.

Tempo addietro il presidente della Provincia Armando Selva aveva proposto di ribattezzare la città di Como aggiungendo il nome di Volta: un po’ come la frazione, un tempo Comune, di Camnago. Certo, era una provocazione, ma era anche la presa di coscienza, la consapevolezza che molta della fama che a livello internazionale si è costruita Como si deve proprio alla circostanza di aver dato i natali a uno dei maggiori fisici della storia. E soprattutto a uno scienziato molto abile nel campo applicativo.

Le antenne sono un affronto anche a Brunate dove le memorie voltiane sono legate all’infanzia del grande fisico che venne messo a balia in quella località. E un’offesa anche all’ingegno dei suoi abitanti che fabbricando barometri portarono il nome della terra lariana in Francia e nel Nord Europa.

Infine le antenne deturpano ancor di più l’estetica del monumento e del paesaggio lariano in uno dei suoi luoghi più incantevoli: San Maurizio e l’avvio della catena delle montagne del Triangolo Lariano. È un luogo noto e celebrato in tutto il mondo. Forse, ogni tanto bisognerebbe ricordarlo. Innanzitutto ai troppi smemorati.

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