Un sincero e spassionato consiglio a Maurizio Landini e a Susanna Camusso. Per favore, fate una visita al FoxTown di Mendrisio. Non per fare acquisti e aggiornare un po’ il look felpato e il golfino da collezione. Il viaggio va invece vivamente caldeggiato per cambiare finalmente abito mentale.
Silvio Tarchini è un grande, grandissimo imprenditore con un fiuto formidabile per gli affari, una “volpe”. Presentando ieri i festeggiamenti per i vent’anni di apertura dell’outlet ha fatto capire a tutti il valore sociale dell’impresa e il ruolo fondamentale dell’imprenditore per il progresso e il benessere di tutti. Sopra e Sotto Ceneri sono cose risapute.
Basta varcare il confine e già al valico di Brogeda si respira un’altra aria. Pesante. Inquinata da una strana ideologia. L’impresa è considerata in modo negativo, osservata con sospetto, vista come nemica di un sistema sociale e naturale che altrimenti sarebbe perfetto. In Italia le imprese e gli imprenditori sono a mala pena sopportati. Ne subiscono di tutti i colori. Senza rispolverare l’armamentario consueto delle infrastrutture che mancano, dei servizi inefficienti, della burocrazia che soffoca e delle tasse che uccidono, gli imprenditori godono di pessima fama e le imprese peggio.
Nel “messedozz” dei luoghi comuni italiani un imprenditore come minimo è un approfittatore sociale, poi è un evasore fiscale, minimo uno che inquina, magari anche uno con un carattere arrogante e superbo. Sicuramente c’è chi si comporta male, come in tutte le categorie sociali, ma la generalizzazione è devastante. Ultimamente si è cercato di superare questi stereotipi però ci sono sempre Landini e la Camusso a lucidarli ed esporli con tanto di claque al seguito nei ballarò compiacenti e nei dimartedì con l’occhiolino intelligente alla Floris. E allora giù randellate contro il jobs act e contro Confindustria che detta la manovra e dagli al Marchionne buono solo per lui e per qualche Elkann.
Allora rieccolo il modesto e sentito suggerimento: Landini e Camusso andate al FoxTown e studiate Silvio Tarchini, un signore baffuto e simpatico che nonostante l’età insegue sogni con la determinazione per realizzarli. A fianco dell’autostrada a Mendrisio c’era poco o niente. Poi è arrivato questo signore con un’idea fantastica in testa: aprire il primo outlet del Sud Europa. Ha fatto un accordo con le autorità governative impegnandosi ad assumere ad attività avviata 200 persone. Ieri Tarchini ha presentato i numeri di vent’anni di successi. I dipendenti oggi sono 1298, la massa salariale annuale lorda (gli stipendi) è di 53 milioni di franchi (circa 50 milioni di euro), lo stipendio di un addetto qualificato è in media di 4mila franchi svizzeri. Pensate che in venti anni è passato da 50 a 160 store; i negozi hanno versato Iva per oltre 273 milioni di franchi; i clienti sono stati 40 milioni (oggi sono più di 3 milioni all’anno).
Numeri che testimoniano un successo straordinario. Basato, sostiene Tarchini, sulla location: in Canton Ticino e con una popolazione di 7,2 milioni di abitanti in un raggio di 90 chilometri. In realtà vincente è stata la sua idea che ha anticipato i tempi. Oggi FoxTown è considerato tra i migliori dieci outlet del mondo. Bravissime le sue figlie e anche i suoi collaboratori e gli addetti degli store, quasi tutti italiani e in maggior parte comaschi. Loro non hanno mai avuto la tutela dell’articolo 18 e secondo Landini e Camusso non si vedono riconosciuta la dignità sul lavoro. Eppure FoxTown in vent’anni ha siglato cinque accordi collettivi di lavoro, ha una supervisione con commissione paritetica con i sindacati per il controllo di stipendi, corsi di formazione e flessibilità degli orari.
Da qualche mese i dipendenti fanno il “car sharing” (vanno al lavoro più persone con la stessa auto), il traffico è diminuito e il parcheggio è mezzo vuoto. Tarchini ha anche investito nel risparmio energetico con un impianto fotovoltaico che oggi fornisce il 20% del fabbisogno annuale di energia.
L’imprenditore Silvio Tarchini ha avuto successo, l’impresa è cresciuta e ha creato tanti posti di lavoro e distribuito molta ricchezza. Da noi ad ascoltare certi sindacalisti sarebbe comunque considerato un pericoloso soggetto sociale. Per sua fortuna vive e opera nel Canton Ticino. E parla l’italiano: chissà se Landini e la Camusso lo capiranno.
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