Se quattro mura
diventano carissime

Tasse su tasse. Tale è la pressione fiscale su aziende e famiglie che risulta inevitabile guardare con preoccupazione e un po’ di sospetti a ogni sorta di più provvedimento che abbia una qualche attinenza con la materia.

Anche una cosa buona e giusta come la riforma degli estimi catastali, di due giorni fa il via libera al Senato, suona sinistra agli occhi dei proprietari di casa, vale a dire la stragrande maggioranza delle famiglie italiane. Si tratta di mettere mano a una legge approvata durante il fascismo, più di settant’anni fa, che determina palesi anomalie ed evidenti ingiustizie.

Ma il dubbio, fondato, è che la nuova normativa si possa trasformare nell'ennesima stangata sulle abitazioni. Da anni le associazioni di categoria - Confedilizia in particolare, chiedono invano garanzie precise e ancora oggi sul nostro giornale il presidente dell’associazione, Claudio Bocchietti, paventa il rischio che con i nuovi meccanismi di calcolo la tassazione sugli immobili, già pesantissima, raggiunga livelli insostenibili. Come andrà a finire è presto per dirlo.

In un Paese qual è il nostro dove nel giro di sei mesi le tasse sulla casa sono cambiate almeno tre-quattro volte, figuriamoci se è possibile fare previsioni su una riforma che, in assenza di intoppi, potrebbe andare a regime soltanto nel giro di tre-quattro anni.

La nuova legge cambierà i fattori di riferimento per la determinazione degli estimi (da vani a metri quadrati) ma non va dimenticato che, già ora, la tassazione per i proprietari di casa è notevolmente cresciuta perché nel 2012, con un intervento del Governo Monti, sono stati aggiornati i moltiplicatori catastali.

Con il combinato disposto di Imu e Tasi, nell’arco del prossimo anno, il sistema rischia di fare boom impoverendo ulteriormente le famiglie e, se possibile, aumentando la sofferenza in cui si trova il mercato immobiliare.

I dati resi noti alcuni giorni fa sono eloquenti. Di 9,2 miliardi di euro che gli italiani pagavano allo Stato nel 2011 per le tasse sulla casa, già nel 2012 e nel 2013 c’era stato un forte aumento, ma con la nuova legge di stabilità, che entrerà in vigore nell’arco dei prossimi dodici mesi, si toccheranno livelli record. Già quest’anno Confedilizia aveva storto il naso alla notizia del raddoppio (e anche qualcosina in più) delle tasse sulla casa, che nel biennio 2011-2013 sono passate da 9,2 miliardi a 20 miliardi di euro.

Secondo le stime per il 2014, la cifra che si andrà a toccare dopo la messa in atto della legge di stabilità salirà addirittura a 29 miliardi di euro. Più del triplo rispetto a tre anni fa.

Si tratta di una zavorra per la ripresa economica ma, soprattutto, di una mazzata per i bilanci famigliari perché le tasse sulla casa colpiscono tutti, indistintamente.

I cittadini italiani sono i più colpiti a livello europeo dal prelievo fiscale. Quanto di preciso è difficile stabilirlo tali e tante sono le tasse grandi e piccole che pesano sulle nostre tasche. Molti non pagano il dovuto, vero, ma chi non si sottrae agli obblighi fiscali è chiamato a sacrifici che talvolta superano un limite di ragionevolezza e buon senso. Saggio sarebbe porre un tetto al di sopra del quale lo Stato accetta di fermarsi e riconoscere che è troppo. Un limite, magari scritto nero su bianco nella Costituzione, per stabilire con certezza che non è accettabile continuare a sistemare le cose contando sull’infinità pazienza e la non illimitata disponibilità delle famiglie.

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