Copiare, copiare, copiare. Copiare è brutto? Ma vah, ma chi l’ha detto? Copiare è bello quando si imita qualcosa di positivo e, non è esagerato affermarlo, virtuoso. Ieri è stato messo il sigillo a una buona azione che i privati stanno facendo da mesi per rendere Como più bella. Si è attivato, come ha detto ieri mattina l’assessore Daniela Gerosa, un contagio benefico per la città. Gli “untori”? I privati, grazie ai quali ieri sono state inaugurate le dieci fontane in piazza Cavour che erano ferme da anni.
Circa 15mila euro per far tornare a zampillare i giochi d’acqua di fronte al lago e fare dimenticare, almeno un po’, la bruttura del cantiere delle paratie. L’opera di restauro delle fontane è stata realizzata proprio grazie al contagio tra pubblico e privato, tra Consorzio Como Turistica, Amici di Como, Bianchi Group, Magic Lake Como Review e Amministrazione Comunale, e in particolare l’assessorato Opere pubbliche e settore Reti impianti tecnologici e strade.
Le fontanelle erano state spente nel 2012 e da allora erano state abbandonate a se stesse, o meglio all’incuria, erano un altro biglietto da visita brutto per i turisti, e non solo per loro, che arrivavano in piazza Cavour e che, ovunque si girassero, trovavano qualcosa di trascurato da guardare. Detto questo, bisogna dare atto al sindaco Lucini che, complice anche il regolamento che norma le sponsorizzazioni, qualche bruttura è diventata bellezza. Menomale.
Meno male soprattutto perché significa che, insieme al tanto brontolare, spesso legittimo, i comaschi ora hanno anche qualcosa per cui sorridere e, perché no, ringraziare.
Due principalmente i motivi per cui ringraziare e ringraziarsi. Uno perché Como sta oggettivamente diventando un po’ più bella grazie a interventi forse di impatto non enorme, ma comunque evidenti. Passeggiata a lago, muri puliti dalle scritte dei vandali armati di spray, ringhiere del Cosia ritinteggiate dai volontari, politici e amministratori compresi, progetti di restauro presentati in Comune, offerte di materiale per aggiustare ciò che è rotto; l’ultima offerta è quella, fatta da un commerciante, di rotoli di rete da sostituire a quella stracciata che copre il cantiere delle paratie. Il negoziante è stato anticipato dal Comune che ha rappezzato i teli, ma ha comunque messo a disposizione il materiale.
Verrebbe da pensare che qualcosa si muove, che si sta riattivando la coscienza civica ricalcando un po’ quello che nel corso della storia, anche di quella di Como, esisteva già, il mecenatismo.
Il termine è vecchio, non si usa più, ma di fatto in città sta ritornando di moda con esiti positivi. Di guai da rattoppare ce ne sono ancora tanti, di vandali che scrivono sui muri pure e di persone che non hanno a cuore la propria città lo stesso, ma di fianco a tanti che preferiscono criticare e non muovere un dito, ci sono in città tanti altri che criticano, si lamentano, protestano, ma poi decidono di metterci faccia e soldi e sistemare qualcosa. Così facendo si conquistano il diritto, se servisse, di brontolare ancora, un’altra volta nel caso vedessero i loro sforzi vanificati da una gestione pubblica distratta. Fare per invitare a fare, è questa l’imitazione buona alla quale ha fatto riferimento ieri l’assessore Gerosa. Imitare per fare in modo che lavorare tutti per la propria città non diventi più una cosa strana, da applaudire, ma scontata.
E sarebbe anche bello che il pubblico potesse imitare il privato, ridurre magari le tasse in cambio di collaborazione da parte dei privati.
Tu privato mi regali due ore al mese di sistemazione delle aiuole o di svuotamento dei cestini in centro e io ti tolgo 20 euro di tasse. Una sciocchezza, una provocazione, ma sarebbe bello davvero.
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