Vuoi un matrimonio indimenticabile? Beh, allora hai solo una scelta, sposati sul lago di Como. Ma indimenticabile perché?
L’aggettivo può avere almeno due significati diversi, positivo l’uno, negativo l’altro, a seconda che a leggerlo sia un comasco o un forestiero. Beh, comunque sia bisogna essere presuntuosi a usare una parola così “superlativa”. Il lago di Como resterebbe indelebilmente impresso nella mente. Però.
Non dimentica il lago chi in questi giorni è stato imprigionato nella propria auto in coda da Torno a Como (anche se ieri la situazione pareva migliorata un tantino), ma non lo dimenticano neppure John Legend e l’amico Stevie Wonder, qui a celebrare il proprio matrimonio e a suonare per lo sposo.
Le due facce dello stesso aggettivo però non dovrebbero stare insieme, anzi, non dovrebbero proprio esserci. Il lago di Como dovrebbe essere eterno nel ricordo di ciascuno per la sua bellezza.
Il piacere di stare sul lago e in città dovrebbe davvero essere la conferma di quanto, in italiano o in lingua straniera, si materializza sullo schermo del pc appena digiti le parole “matrimonio” e “Como”. Appena si apre il sito che contiene le due parole (per i turisti sono davvero parole magiche) ci si scopre meravigliati di quanto gli altri ci percepiscano speciali.
Ci sono siti di wedding planner che spiegano come raggiungere Bellagio, quale villa scegliere per il ricevimento, quale fiorista, cosa guardare e mostrare agli invitati per lasciare in loro un’immagine da favola, che mai rivedranno in vita loro.
Ma i consigli degli organizzatori di matrimoni omettono, e ci mancherebbe altro, di indicare che gli invitati potrebbero perdere l’aereo di ritorno a casa a causa delle code sul lago, è successo lo scorso weekend, che gli invitati è meglio che se ne stiano in villa perché, se solo scendessero in città, potrebbero anche inciampare nei sampietrini di una passeggiata verso Villa Olmo sconnessa e trascurata, o trovarsi a scavalcare le cartacce che gli incivili buttano anche nelle aiuole.
Se poi c’è qualche parente che deve prendere il treno, addio. La stazione di San Giovanni è meglio non mostrarla ai turisti, faticherebbero anche a trovare l’indicazione degli orari dei treni.
Il posto splendido dove Bellini compose “La Sonnambula”, dove molto prima di lui Plinio nacque e visse, dove attori e capitani d’industria, sceicchi e ricchissimi petrolieri russi fanno a gara per avere una villa da mostrare agli amici è un ventaglio che bisogna aprire con circospezione e un po’ di timore. Se ti capita la piega giusta hai un posto super, se ti capita quella sbagliata hai le buche e la coda. Stregati dal Lario. Nel bene e nel male.
Che peccato, ma allora davvero troppe volte si ripetono le stesse cose, gli altri apprezzano ciò che noi trascuriamo.
I turisti sono troppo buoni con i comaschi tornano e tornano per le loro vacanze e perdonano tutte le magagne.
Bisogna che qualcosa però si risolva, perché ci sarà pure un motivo se a Las Vegas gli americani sognano Bellagio davanti a una fontana che con Bellagio non c’entra niente. Come? La ricetta è complicatissima, ma l’importante è che si capisca che non si può più credere di poter vivere ancora a lungo di rendita. Qualche tedesco se ne sta già andando.
Emily Blunt o John Legend e molte altre star continuano a credere in Como e il suo lago, ma vengono, apprezzano e vanno. Come è naturale che sia. Ma Como dev’essere bella anche, e soprattutto per chi resta, perché non c’è miglior pubblicitario di casa propria di chi ci vive.
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