Tangenziale, Como
ricominci unita

Ricominciamo è un successo di Adriano Pappalardo, non proprio uno chansonnier da piano bar. Perché lui, nel microfono urla. Ecco, anche Como, sulla tangenziale deve ricominciare e alzare i decibel. Il successo ottenuto con il pedaggio cancellato nel primo lotto per tutta la durata di Expo e forse oltre, deve essere un trampolino proteso verso il secondo tratto e il completamento dell’opera che potrà così esprimere tutta la sua utilità per un territorio in attesa da cinquant’anni di questo benedetto-maledetto nastro d’asfalto.

Ricominciamo. Perché del secondo lotto la politica ha fatto scempio. Dei finanziamenti , e non perché pecunia non olet, non abbiamo mai sentito neppure l’odore. Il progetto è diventato carta straccia, i vincoli urbanistici dei comuni interessati sono stati aboliti. Come se fosse passato Attila. La volontà sembra proprio quella di non farlo crescere mai più questo secondo lotto che, è meglio ribadirlo, taglierebbe fuori gran parte del traffico di attraversamento di Como e dei centri di cintura, collegando Villa Guardia e l’A9 con la Statale Briantea all’altezza di Albese.

La fantomatica autostrada Varese-Como-Lecco, il surrogato dello scippo perpetrato ai danni di Como, è subito apparsa una di quelle barzellette che non fanno ridere.

Alla fine, diciamola tutta, aver ottenuto la tangenziale monca, sembrava quasi un buon risultato: uno dei quegli 0-0 in trasferta che perlomeno muovono la classifica. Magari il traffico si muove un po’ meno, ma pazienza.

Poi invece è successo un fatto nuovo. E forse, la Società Pedemontana e la Regione hanno fatto autogol in nostro favore, servendo la dannosa beffa dell’apertura posticipata all’autunno del primo lotto già ultimato in attesa dei macchinari per l’applicazione del pedaggio. E Como si è scossa. Quando è troppo è troppo. È successo un quasi miracolo. Il territorio ha fatto squadra. Quando capita, visto che i giocatori di razza da queste parti non mancano, si può mettere in difficoltà qualunque avversario. I politici, le forze economiche e sociali hanno dimenticato le logiche di fazione, le appartenenze, le invidie, quella irresistibile tentazione di farsi i dispetti tra loro che in altri occasioni, ahinoi, ha prevalso. Ed ecco che la squadra ha portato a casa la vittoria, spettacolare della tangenziale aperta subito e gratuita.

Da qui, come detto, deve partire lo slancio. Bravi, bene, ma adesso il bis. Cioè il secondo gol o lotto che dir si voglia.

I segnali di riscossa ci sono. È partita Maria Rita Livio, nonostante presieda l’amministrazione provinciale, ente che una riforma quantomeno bizzarra ha ridotto a vivacchiare in debito di ossigeno. Gli ultimi respiri, in attesa della fine annunciata, Villa Saporiti li vuole dedicare al nobile anelito del secondo lotto. Subito la palla è stata raccolta dal sindaco di Como, Mario Lucini, che deve essere con il Comune, il regista della squadra e della mission quasi impossible: la conquista della tangenziale completa. Lo schema di gioco, cioè il progetto di massima meno oneroso di quello stracciato, del resto, esce da palazzo Cernezzi. Con questa tattica devono muoversi tutti come per la partita del pedaggio. Andiamo a Milano, a Roma, facciamo prevalere gli interessi di Como che non sono poi solo autoctoni ,se è vero che la tangenziale raccoglie e raccoglierebbe veicoli con targhe di molte altre province.

Già è stato scritto ma giova ripeterlo: quella delle infrastrutture era la Questione Settentrionale. La tangenziale è la Questione Comasca. Ricominciamo. Cantiamogliele chiare. E tutti in coro.

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@angelini_f

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