La nostra città si gioca molto, il sindaco Mario Lucini si gioca tutto. I prossimi tre mesi saranno decisivi. L’amministrazione dovrà iniziare a raccogliere i frutti, dalla quantità e - soprattutto - dalla qualità del raccolto capiremo se ha seminato bene oppure no. A fare la differenza saranno i risultati che arriveranno in due campi ben noti ai comaschi: si chiamano paratie e Ticosa. Ci scuserete se torniamo per l’ennesima volta su questi temi, ma siamo in buona compagnia se è vero che tanti (basta leggere a pagina 16 i commenti raccolti ieri) citano proprio lo scandalo dell’ex tintostamperia e quello del lungolago come «priorità fra le priorità». Con un’ulteriore nota tutt’altro che marginale: bisogna lavorare sodo nei prossimi mesi per non arrivare impreparati all’Expo.
Mancano sessanta giorni dal giro di boa di metà mandato. Lucini sa meglio di tutti che verrà ricordato, nel bene o nel male, per i risultati ottenuti su Ticosa e paratie (sono stati gli argomenti al centro della sua campagna elettorale), proprio per questo conta di imprimere la svolta decisiva su entrambi i fronti entro poche settimane. Il nuovo progetto per barriere e arredi del lungolago è pronto, il confronto con l’azienda che ha vinto l’appalto e con la Regione dirà se i lavori potranno davvero riprendere a ottobre-novembre oppure ci sarà l’ennesimo rinvio. Anche sulla Ticosa il Comune chiuderà la fase cruciale a brevissimo: va conclusa la bonifica e intanto bisogna decidere se accettare il piano della società Multi (è in arrivo) oppure cambiare strada.
Saranno giorni di trepidazione e di verdetti importanti, per l’amministrazione e la città. Il sindaco, esaurite le ferie (per inciso, a differenza di altri non vediamo cosa ci sia di scandaloso in una vacanza di dieci giorni, quando si è lavorato tutta l’estate a palazzo), dovrà anche dirimere la questione tutta politica che si è aperta all’interno della sua maggioranza. Il Pd chiede di estromettere dalla giunta Luigi Cavadini e Gisella Introzzi, c’è da scegliere il nuovo assessore al bilancio e valutare il possibile ingresso nell’esecutivo di Savina Marelli, segretario dei Democratici. Non sono questioni secondarie o per addetti ai lavori, anche perché in gioco ci sono deleghe pesanti (commercio, turismo, cultura). E saranno le persone a imprimere o meno quel “cambio di passo” auspicato da più parti. L’impressione è che il sindaco non voglia estromettere un tecnico, Cavadini, che ha voluto espressamente, e una figura più “politica” accettata comunque di buon grado all’inizio della sua avventura in Comune.
Tanti parlano di un sindaco «troppo buono», Lucini ha l’occasione di dimostrare che, invece, sa prendere decisioni anche dolorose, per il bene della città. Non è facile, ma lasciare tutto com’è solo per non ammettere di aver sbagliato o per non dare un dispiacere a qualcuno, sarebbe un errore imperdonabile. Il sindaco ha dimostrato coraggio sulla vicenda paratie, deve farlo anche questa volta. Se crede davvero, invece, che quella attuale sia la squadra giusta, lo dica. Chi vuol bene a Como si augura che abbia ragione. In ogni caso.
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