Una sorpresa. Positiva. In una città che troppo spesso e da troppi anni ama piangersi addosso e lamentarsi. A portarla sono, guarda caso, gli stranieri che hanno mandato Como al settimo posto tra le mete più visitate dai turisti dopo Roma, Milano, Venezia, Varese e il lago Maggiore, Imperia, Trieste, ma prima di città come Firenze o Verona.
Il lago di Como torna a sorridere perché un incremento dei turisti stranieri significa sì alberghi pieni, ma anche spese per battelli, funicolare e, soprattutto, ristoranti e shopping. Perfino gli stessi operatori del settore, dagli albergatori ai commercianti, si sono detti sorpresi di una tenuta del mercato straniero nel cuore dell’estate quando, di solito, la maggior parte è già rientrata nel Nord Europa (in Germania o in Olanda).
Quest’anno, invece, no. Sono ancora qui in tanti e molti stanno arrivando in questi giorni. Ci sono poi gli americani, gli australiani, i russi e gli arabi (con i portafogli pieni e altrettanta voglia di svuotarli). Sarà probabilmente per questo che anche i commercianti, che difficilmente sono ottimisti, sorridono. Perché nei negozi, complici i saldi, si è tornato a vendere. Agli stranieri.
Gli italiani, invece, sono sempre meno. Per la crisi, per i prezzi di una città definita da molti come “cara” e perché chi fa la gita di un giorno perché magari sta rinunciando alle vacanze, difficilmente si getta nei negozi per rifarsi il guardaroba.
La sorpresa però c’è. E potrebbe non essere limitata a quest’anno, ma diventare una nuova consuetudine. Per la felicità, una volta tanto, dei comaschi.
Comaschi che, forse, dovrebbero capire che sempre più il turismo sta diventando la principale vocazione della città. Tiene il tessile (nonostante tutto), non è lo stesso per moltissime altre aziende che nell’ultimo anno e anche negli ultimi mesi, hanno alzato bandiera bianca travolte dalla crisi.
E allora probabilmente bisognerebbe pensare a una cartellonistica a misura di turisti (troppo spesso fermi negli angoli del centro storico cercando di orientarsi guardando mappe tutt’altro che chiare) e a servizi per loro. Il punto informazioni di Sant’Agostino (dove c’è il capolinea dei bus, utilizzati da una buona fetta di chi è diretto a Menaggio o a Bellagio) è drammaticamente chiuso e il Comune ha annunciato che per quello della stazione San Giovanni (già da sola ha una lista infinita di disagi e problemi) servono delle modifiche radicali.
È arrivato il momento che sul turismo si investa davvero, partendo dalle piccole cose. Ben vengano trasmissioni, film o documentari che portano il Lario in tutto il mondo, ma poi chi sceglie di arrivare sul serio a vedere le bellezze dei panorami mozzafiato si confronta con la quotidianità. Con il pessimo biglietto da visita della stazione o con la necessità di spostarsi da un paese all’altro con pochi mezzi. E ancora con la segnaletica stradale non chiara o con negozi dove ancora non c’è una commessa che parla inglese.
Insomma, il lavoro iniziato da anni sta portando i primi frutti quanto mai provvidenziali in una situazione economica complessiva disastrosa, ma il turista torna ed è soddisfatto con i servizi di qualità.
Da qui bisogna ripartire e rimboccarsi le maniche per fare in modo che la sorpresa dell’estate 2013 non sia una meteora e non si “spenga” come le stelle cadenti della notte di San Lorenzo.
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