I comaschi, almeno per ora, sul fronte viabilistico hanno poco di cui essere contenti. Niente champagne da stappare, solo un vino bianco di bassissima qualità da bere. E senza nemmeno il brindisi. La sola buona notizia è che, per la prima volta dopo parecchio tempo, si vede qualcosa muoversi. Ma la beffa è subito dietro l’angolo: la tanto agognata tangenziale di Como, attesa da qualcosa come vent’anni, è in corso di realizzazione, ma resterà dimezzata con un maxi svincolo di uscita che porta nel nulla.
L’unica valvola di sfogo sarà rappresentata dalla cosiddetta viabilità accessoria - in pratica un collegamento tra il maxi svincolo di uscita della nuova autostrada e il viadotto dell’Oltrecolle - ma tutti gli effetti benefici che la strada potrebbe avere sul traffico, in particolare sulla già congestionata zona di Camerlata, rischiano di essere vanificati dal pedaggio che Pedemontana ha previsto sul primo lotto della tangenziale. Quella che, come detto, sbuca nel nulla anziché collegare – come avrebbe dovuto fare secondo il progetto iniziale e completo – l’uscita dell’autostrada A9 alla Como-Bergamo.In questo modo la quasi totalità del traffico pesante diretto a Erba, Lecco e nella Bergamasca sarebbe confluito sulla nuova strada e c’è da scommettere che tantissimi automobilisti avrebbero speso volentieri poco più di un euro per risparmiare molto tempo. Forse non è un caso che le previsioni di traffico sull’intera tangenziale arrivavano ai 100mila veicoli.
Ad oggi nessuno è in grado di prevedere quante persone decideranno di pagare 60 centesimi per percorrere la tangenziale dimezzata. Proprio per questo il Comune di Como ha intenzione di chiedere la deroga al pedaggio, almeno finché la strada non sarà completata.
Si può, sforzandosi, cercare di guardare il bicchiere mezzo vuoto e provare a credere nelle favole immaginando una Como con il ruolo di Cenerentola: mentre tutti vanno al ballo, resta a casa a lavorare e a sognare, però poi incontra il principe azzurro che la fa cercare per tutto il regno e la porta nel suo castello.
La favola, potrebbe però, avere anche un finale meno roseo. E per la Como Cenerentola potrebbe già essere positivo riuscire a strappare, a Milano, qualche garanzia sul pedaggio (se non la soppressione, un abbassamento della cifra). Del resto su tanti tratti autostradali non solo in Italia, ma anche in Lombardia e perfino a Como (dall’uscita di Lazzago alla dogana) avviene. Questo certamente aumenterebbe i passaggi sul primo lotto della tangenziale e sulla nuova viabilità, andando a dare una boccata d’ossigeno al quartiere di Camerlata che in tema di smog e traffico il suo prezzo lo paga ampiamente da anni. C’è da augurarsi che almeno i mezzi pesanti decidano di percorrere la strada alternativa all’attuale. Secondo le stime del Comune di Como via Paoli dovrebbe registrare 500 veicoli in medio ogni ora. In pratica più di 5000 mila auto in meno al giorno.
Le stime, però, come spesso avviene con le statistiche, vanno verificate con la realtà. Una realtà che sarà tale tra poco meno di un anno. Solo allora si saprà se le centinaia di milioni di euro spesi per la tangenziale dimezzata saranno serviti a deviare un numero consistente di auto oppure, come molti temono, senza l’opera completa i risultati saranno davvero risibili.
La certezza è che i comaschi potranno brindare con del vino buono solo quando, oltre al peduncolo salva-traffico di Camerlata, avranno la tangenziale completa e la variante della Tremezzina. E, finalmente, avranno recuperato in termini infrastrutturali quando province vicine come Lecco hanno ormai da anni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA