Volta e noi: la sinergia
che ci può far crescere

Se è buona prassi regalare una copia della costituzione ai neodiciottenni, non meno formativo, e responsabilizzante, sarebbe donare a chi viene eletto in consiglio comunale a Como il volumetto “Notizie biografiche degli illustri comaschi” di Luigi Dottesio, uscito nel 1847 dai torchi della Tipografia Elvetica di Capolago, della quale l’autore, allora vice segretario comunale, importava clandestinamente i testi proibiti nel Lombardo-Veneto. Un contrabbando di cultura e ideali, che pagò con la vita. Perché rispolverare oggi questo libriccino, allora stampato in 150 esemplari e donato proprio a consiglieri e dipendenti comunali? Può essere d’aiuto per evitare dimenticanze come il compleanno di Volta, la cui mancata celebrazione ha suscitato qualche polemica, ma soprattutto risveglia nel lettore quel clima di perfetta sinergia tra “palazzo” e “società civile”, in cui maturarono le 5 giornate del 1848 e che è sempre necessario per far compiere salti di qualità a una città come la nostra. Non sfugga il sottotitolo del volumetto “...la cui effigie fu collocata nella grande aula del Palazzo municipale in Como”. Sì, perché i ritratti dei comaschi da cui trarre ispirazione erano stati dipinti nella sala consiliare, per “illuminare” le sedute. Ma il Municipio si trovava in via Cinque Giornate, quindi purtroppo non ne beneficia chi oggi ci rappresenta nella civica assemblea.

A onor del vero (e della precisione), sull’anniversario voltiano Dottesio rischia di essere fuorviante, perché, in base a un’errata interpretazione dell’atto di nascita dell’inventore della pila, condivisa da altri autori ottocenteschi, ne fissa il genetliaco al 19 febbraio, anziché al 18. Ma è sul senso, e il modo, di celebrare i nostri illustri concittadini che la lezione di quel martire della patria, e della libertà di stampa, risulta attualissima: «I nostri padri - scrive nel primo capitolo, dedicato a Plinio il Vecchio - gli eressero una statua in luogo sacro: sarebbe degno dei lumi di quest’età e della gentilezza dei presenti costumi crescer lustro alla patria nostra con un’opera che ravvicinasse quell’ingegno dell’antichità ai begli studi della moderna civilizzazione, che congiungesse l’età di quei due nostri grandissimi, Plinio e Volta».

Ora è vero che è costume inveterato di noi comaschi vedere il bicchiere mezzo vuoto, ma siamo potenzialmente molto più vicini di quanto non si pensi all’obiettivo di una celebrazione di Volta, e di Plinio, non sterile o di circostanza, ma che lasci un segno e contribuisca alla crescita della città e di chi la vive. Le parole di Dottesio, per esempio, non stonerebbero come premessa ai progetti della “Smart city” e del “Museo virtuale dei Plini” messi sul tavolo da Fondazione Volta e da Accademia Pliniana per partecipare al bando dedicato agli “interventi emblematici”. Ma anche l’hub della creatività in Ticosa, proposto da Officina Como, indubbiamente va nella stessa direzione di vivificare la città puntando sull’ingegno. Tali progetti dimostrano una grande vivacità della società civile e anche il bisogno di trovare nuove forme di collaborazione fattiva tra questa e l’amministrazione. Sono troppe le buone idee ferme al palo, realizzabili solo a condizione che l’ente pubblico faccia la sua parte assieme ai privati: dalla messa in sicurezza e apertura del Ninfeo del Museo Giovio, opera finanziata dal 2014, al progetto per il contiguo giardino pensile redatto nel 2016 dal Rotary Como Baradello, fino a quelli presentati due anni fa da varie associazioni e votati dai cittadini comaschi per la call Come Voglio Como, rimasti sulle spalle dei soli proponenti, dopo una giornata spot di collaboration camp con l’Amministrazione. Oltre alla competenza di chi progetta, peraltro non assente all’interno dello stesso Comune (segnali incoraggianti vengono da Pinacoteca e Museo), va tenuta in conto anche la passione di chi fruisce delle iniziative e pure su questo fronte il bicchiere a chi scrive appare mezzo pieno, tant’è vero che lascia un po’ sconcertati leggere che per alcuni politici siamo sempre all’anno zero, dopo aver effettuato 12 passeggiate “sulle orme di Volta” negli ultimi due anni seguite da 1600 persone complessivamente, promosse da Fondazione Volta in rete con un numero incredibile di soggetti che si prende cura del territorio, e aver annunciato il terzo ciclo non a caso proprio nel giorno del compleanno voltiano, con al centro la richiesta di riconoscimento da parte degli enti pubblici di quello che sempre una rete di sodalizi e volontari, più qualche rappresentante illuminato dei Comuni, ha già reso in parte tangibile (la Lake Como Poetry Way tra Cernobbio, Como e Brunate che inanella in 12km la memoria di altrettanti grandi concittadini e non solo). Forse vi è una carenza di curiosità a Palazzo (con lodevoli eccezioni, naturalmente), se qualcuno lamenta persino la dimenticanza del centenario di Paolo Carcano, celebrato da Setificio ed Ex Allievi nel più ampio programma di iniziative per il 150° della scuola. Con patrocinio comunale.

Prima e più che la data di nascita di Volta, non dimentichiamo che il Tempio e il Faro a lui dedicati furono realizzati da privati e donati al Comune affinché se ne prendesse cura. Un modello, quella della collaborazione tra pubblico e privato, da aggiornare e valorizzare. Tornando al libro di Dottesio, sono 20 i comaschi illustri che passa in rassegna. Se volete scoprirli, ora lo potete leggere, non grazie a Como, bensì all’Università della California, su google books.

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