«Addio Bengi, fratello e amico»
Il suo dono salva bimbo di sei mesi

Commozione ieri al funerale di Mauri, morto a 25 anni dopo una caduta in moto

Il fratello e l’amico che tanti avrebbero voluto avere, Beniamino Mauri.

Bengi, morto a 25 anni dopo la caduta in moto, domenica mattina, di ritorno da messa. Sull’altare, le foto di lui in montagna, grande passione di una vita troppo breve. Generoso, Beniamino: grazie alla donazione di organi, c’è un bambino di sei mesi che ora è uscito dalla terapia intensiva. Per lui, un pezzo di fegato di Beniamino, che nel corso della sua vita ha regalato a tanti il suo cuore, altrettanto generoso.

Ieri pomeriggio, dalle 14.30, c’era la folla per i funerali del ragazzo. La chiesa di San Leonardo, a Intimiano, chiusa, perché stipata in ogni angolo. Gli altoparlanti montati all’esterno. C’era don Alessandro Casartelli, parroco a Montorfano, e don Enrico Porta, riferimento per Intimiano.

«C’è un disegno misterioso che ci porta pian piano a realizzarci nel Signore - le sue parole - Dio ci ha pensato predestinati, a essere conformi a Gesù. Il nostro fratello Beniamino non è lontano dalla vita, perché è nel Signore. Anche nel morire non siamo soli. Anche se il dolore non ha parole. Il morire di una persona non ha parole. Il morire in questo modo, così, proprio non ha parole».

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