Asilo nido, stangata sulle rette: fino a 53 euro in più al mese

Erba Gli aumenti incideranno da settembre sulle famiglie con redditi superiori a 20mila euro. Continuerà a non pagare nulla chi è sotto tale soglia, grazie ai bonus di Inps e della Regione

L’inflazione si abbatte sulle rette dell’asilo nido Magolibero. Da settembre, per le famiglie erbesi, sono previsti aumenti mensili fino a 53 euro - pari a 583 euro complessivi per gli undici mesi di frequenza annuale - a seconda dei moduli frequentati dai bambini.

Gli aumenti incideranno sui redditi più alti, mentre i nuclei familiari con Isee inferiore ai 20mila euro avranno tutta la retta coperta dalla misura “Nidi gratis” di Regione Lombardia e dal bonus nidi dell’Inps. Nella determina istitutiva delle nuove tariffe si legge che l’adeguamento è stato richiesto dalla cooperativa Aldia che gestisce la struttura.

I funzionari comunali hanno applicato un aumento del 6,83 per cento, pari alla media dei valori mensili dell’inflazione calcolata dall’Istat tra luglio 2022 e giugno 2023.

I cittadini sono penalizzati, ma il primo a pagare di più il servizio sarà lo stesso Comune di Erba: la quota da versare alla cooperativa a carico di Palazzo Majnoni passa da 407.460 euro a 435.289. Per le famiglie la situazione è molto varia, perché il nido offre svariati moduli di frequenza che vanno dal tempo pieno (che passa da 776 a 829 euro al mese) al part time mattino, la soluzione più economica, che passa da 477 a 510 euro al mese. In mezzo ai due estremi ci sono il tempo pieno corto, il part time pomeriggio, il part time alternato e il tempo misto, tutti con tariffe diverse e tutti con un aumento del 6,83 per cento rispetto all’anno appena concluso.

Tenendo conto di tutto, gli aumenti per le famiglie vanno da un minimo di 27 euro a un massimo di 53 euro al mese (da 297 a 583 euro per tutto l’anno nido 2023-2024 che parte a settembre e si conclude a luglio).

Calcolare quanto pagherà una famiglia, però, non è così semplice. Le tariffe applicate dal Comune dipendono infatti dall’Isee (l’indicatore della situazione economica), che garantisce l’accesso a contributi regionali e definisce l’entità del bonus Inps, che in piccola parte spetta anche ai nuclei più ricchi.

«Una famiglia con Isee inferiore a 20mila euro - conferma l’assessore ai servizi sociali Anna Proserpio - di fatto continua a non pagare nulla, perché la parte di retta non coperta dal bonus nido Inps viene coperta dalla misura Nidi gratis di Regione Lombardia, riservata appunto alle famiglie a basso reddito». Tutti coloro che hanno un Isee superiore a 20mila euro (il ceto medio, verrebbe da dire, ma è la norma per tutte le famiglie in cui lavorano entrambi i genitori) si troveranno invece a sostenere gli aumenti percentuali parametrati sull’inflazione.

Lo scorso anno gli aumenti si erano abbattuti sui buoni pasto per le scuole materne ed elementari con un incremento del 7,7 per cento (l’aumento medio dei prezzi al consumo rilevato all’epoca dall’Istat). Un aumento dettato dal contratto con l’azienda fornitrice Cir Food che ha portato il singolo buono pasto a costare 35 centesimi in più: per tutto l’anno scolastico, le famiglie hanno speso 60 euro in più per ogni bambino in mensa.

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