Calcio Como, anche Foti vuole patteggiare

Oggi l’udienza preliminare per decidere le sorti degli amministratori accusati di bancarotta. Dopo Porro, anche l’ex vicepresidente propone un risarcimento. Il conto del fallimento: 2,6 milioni di euro

Como

La scorsa settimana era stata la notizia della rimessa in libertà dell’ex presidente del Calcio Como, Pietro Porro, a riportare i riflettori sulla vicenda della bancarotta della società. Oggi, giorno dall'udienza preliminare che deve stabilire le sorti processuali degli otto indagati per il crac, tiene banco invece l’istanza di patteggiamento presentata da Flavio Foti, ex vicepresidente (a differenza di Porro ancora ai domiciliari, dove era stato ristretto lo scorso 8 gennaio).

Una scelta quasi obbligata dopo che il principale imputato, Porro appunto, l’aveva sposata riottenendo la libertà e concordando anche la cifra, 800mila euro circa, da versare in parte al fallimento e in parte all’Erario a titolo di risarcimento.

Una somma a cinque zeri è anche quella che Foti è disposto a versare: mezzo milione, secondo le indiscrezioni, di cui 150mila circa in contanti e il resto da scontare come rinuncia a crediti privilegiati che l’ex dirigente vantava nei confronti della società Calcio Como.

Parallelo al procedimento penale corre quello civile: è di due milioni e 600mila euro il conto presentato dai fallimenti del Calcio Como e di S3C agli ex amministratori delle due società. E sulla strada della richiesta di patteggiamento e del risarcimento è molto probabile si mettano tutti gli altri indagati: oltre a Porro e a Foti sono accusati di bancarotta fraudolenta l’ex consigliere di Calcio Como Fabio Bruni, e gli amministratori di S3C, la società proprietaria del 99% delle quote: il presidente Stefano Roda, ancora Porro e Foti, consiglieri, e Franco Pagani, sindaco unico.

Nell’inchiesta figura il commercialista, Fabrizio Milesi, della S3C, accusato in concorso con Guido Gieri, presidente di S3C dal 2011 al 2013 e con il suo successore Roda di aver emesso fatture per operazioni inesistenti.

Giovanni Puntiello, pure lui commercialista, deve rispondere invece di dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti in concorso con Porro.

L’indagine, coordinata dal pm Pasquale Addesso, si è concentrata sulle operazioni contabili portate davanti dagli amministratori del Calcio Como e di S3C che avrebbero così distratto e dissipato il patrimonio della società. Nel mirino per esempio la cessione del campo di allenamento di Orsenigo alla S3C per 3,2 milioni (soldi in realtà incassati soltanto in parte dal Como), l’operazione di vendita per 700mila euro e riacquisto per 900mila euro del marchio “Calcio Como 1907”. Secondo l’ipotesi accusatoria, gli amministratori avrebbero aggravato il dissesto occultando le perdite in bilancio con l’iscrizione di plusvalenze inesistenti.

Per quanto riguarda la S3C l’accusa mossa ad amministratori e sindaco è quella di aver aggravato il dissesto della società con false comunicazioni sociali.

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