Carabinieri sulle tracce del sabotatore. Saranno ascoltati altri dipendenti dell’ospedale

Erba Una settimana fa la scoperta dei cavi tagliati di netto nella sala di elettrofisiologia. Nessun riscontro dalle telecamere, decisive le testimonianze interne del “Fatebenefratelli”

Le attività del dottor Antonio Sagone dei colleghi sono riprese a pieno ritmo, ma resta il mistero sul danneggiamento volontario della sala di elettrofisiologia venuto allo scoperto tra il 9 e il 10 gennaio. Nei prossimi giorni i carabinieri intensificheranno le indagini, ascoltando una lista di persone che potrebbero fornire elementi utili. Intanto i familiari della donna operata tra mille difficoltà la mattina del 9 gennaio si complimentano con il medico e il personale infermieristico.

A una settimana di distanza dal sabotaggio della sala di elettrofisiologia all’ospedale Fatebenefratelli, le indagini entrano nel vivo. Il caso risale alla mattina del 9 gennaio, quando gli infermieri - poco prima di un intervento programmato - si sono resi conto che i macchinari non funzionavano correttamente: era impossibile monitorare i parametri vitali dei pazienti.

Collegamento

La situazione è stata risolta con un collegamento provvisorio, il giorno successivo ci si è resi conto che tre cavi erano stati tagliati di netto. Un atto volontario, compiuto tra l’1 e l’8 gennaio da qualcuno che cosce bene l’ambiente e sa dove mettere le mani. I carabinieri hanno effettuato un primo sopralluogo nella giornata del 10 gennaio, le indagini proseguiranno nei prossimi giorni raccogliendo le testimonianze di dipendenti che potrebbero fornire elementi utili all’individuazione dei responsabili.

Gli ostacoli sono molti. La sala di elettrofisiologia non è controllata dalle telecamere, per entrare bisogna digitare un codice che conoscono molte persone: inoltre la serratura elettronica non registra gli orari degli accessi, quindi è difficile capire quando sia stata effettivamente aperta nel corso della prima settimana di gennaio.

Il ripristino

Sul fronte sanitario, la sala è stata ripristinata nel pomeriggio di martedì 10 gennaio e gli interventi proseguono. Anche la mattina del 9 gennaio c’era un intervento programmato: un’anziana erbese è stata portata nella sala operatoria, ma di lì a poco sono emerse anomalie nel funzionamento dei macchinari. Sagone e i suoi collaboratori hanno dovuto tranquillizzare la donna e disporre al più presto un collegamento con cavi provvisori per portare al termine l’intervento in sicurezza.

La figlia della paziente, Roberta Rigamonti, ha scritto una lettera a La Provincia per ringraziare il personale medico. «Mia madre - scrive - doveva effettuare un intervento programmato da parte del dottore Sagone. Credo sia importante sottolineare la professionalità del medico e di tutto il suo staff che, nonostante il problema emerso improvvisamente, hanno gestito la seduta operatoria rassicurando la paziente e terminando in modo esemplare l’atto medico».

Altro che sabotare e mettere i bastoni fra le ruote ai colleghi. «Si devono elogiare quegli uomini e quelle donne che, nonostante problemi strutturali, tutte le mattine si pongono al servizio del prossimo per tutelare il bene più prezioso della nostra vita: la salute».

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